“Chi commercia non fa la guerra. Seguendo il grande pragmatismo, che nei secoli ha sempre contraddistinto il nostro popolo, lavoriamo per stringere ancora di più i rapporti culturali ed economici, storicamente vivi tra Liguria e Russia”.
Lo ha dichiarato oggi l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti (Lega) durante l’incontro con l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia Sergey Razov, in visita a Genova.
Razov ha incontrato anche il governatore ligure Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci a margine del V seminario italo-russo “Italia – Russia: l’arte dell’innovazione” organizzato dall’associazione Conoscere Eurasia.
“Anche sul tema energetico – ha spiegato Benveduti – è necessario essere realisti.
Da un lato smorzare i toni delle tensioni internazionali, dall’altro uscire dalla demagogia ideologica ‘verde’ per programmare una graduale mitigazione dell’impatto sul sistema ambientale, assicurando però al contempo energia a imprese e famiglie a costi ragionevoli e competitivi con il resto del mondo.
È stato un piacere dare il benvenuto a Genova e in Liguria a Sergey Razov durante il quinto seminario italo-russo.
Come fatto in passato, continuiamo a consolidare i rapporti economici tra le nostre comunità e allontaniamo ogni preoccupazione per costruire la pace”.
“Abbiamo consegnato all’ambasciatore russo – ha aggiunto Toti – il sentito auspicio della Liguria perché si vada verso una risoluzione per vie pacifiche della crisi in atto, evitando sofferenze per la popolazione.
Auspichiamo inoltre che non si verifichino ulteriori situazioni di difficoltà per le tante imprese italiane che lavorano con la Russia e con l’Ucraina, già messe a dura prova in questi due anni dall’emergenza coronavirus.
E’ utile continuare con la politica degli scambi, degli incontri e dei momenti di dialogo tra Regione Liguria e Federazione Russa. Auspico anche che la prossima missione del premier italiano Mario Draghi, autorevole protagonista della politica europea, possa portare un significativo contributo alla risoluzione della crisi.
Il mondo oggi ha bisogno di tutto tranne che di un’escalation della tensione soprattutto dopo la fase pandemica, in un momento in cui è necessario pensare soltanto a far ripartire il mondo e l’economia”.