Prosegue la marcia di avvicinamento agli impegni che contano. Alla SportPlatz di Neustift il Grifone fa una bella figura contro un avversario di livello come lo Zenit San Pietrobugo, l’ex squadra del capitano Mimmo Criscito. Finisce con il punteggio di 2-3. Al netto delle assenze dei nazionali in entrambi gli schieramenti, e degli elementi tenuti prudenzialmente a riposo, ne viene fuori un test indicativo per calibrare il tiro. Piace e molto il Grifone di mister Ballardini in grado di affrontare il match con il piglio giusto nei primi 45’ e di reggere il confronto comunque nella ripresa, quando mister Ballardini cambia i connotati alla squadra. Compatto in fase di non possesso e incisivo in avanti. Capitan Pandev e compagni danno subito profondità all’azione e al 7’ con Lakicevic sfiorano il vantaggio. Il laterale serbo chiude troppo l’angolo con il diagonale su servizio dell’attaccante macedone che distribuisce gioco e confeziona assist. I rossoblù passano al 22’ quando Piatek si infila in area su un filtrante, prende posizione e viene steso da Lodygin in uscita. Sul dischetto va Romulo, portiere da una parte e palla dall’altra. La possibilità del raddoppio cade sulla testa di Pandev da angolo, la conclusione termina a lato del palo. Nella prima mezzora, è il Grifone a farsi preferire. Lo Zenit ristabilisce la parità alla prima, vera opportunità creata su palla inattiva. In mischia il tocco decisivo è di Ozdoev sugli sviluppi di un corner. I russi ci prendono gusto e al 38’ timbrano il palo alla destra di Radu con una fucilata da vicino di Djordjevic. Si va all’intervallo sull’1-1.
Con undici nuovi di zecca il Vecchio Balordo riparte con personalità, puntando sempre l’obiettivo di affinare i meccanismi. In tribuna oltre ai direttori Perinetti e Donatelli, c’è l’ex capitano della nazionale russa Shirokov. E ci sono quasi mille supporter rossoblù, compreso il centinaio di bambini presenti per il Mountain Camp. Al 9’ Pedro Pereira aziona il turbo sulla destra, scodellando al centro per la testa di Lapadula che si fa largo e, in elevazione, la indirizza dentro di potenza. Gran gol. Lo Zenit molto più avanti nella preparazione, avendola iniziata da un mese, risponde al 14’ centrando il secondo montante con un sinistro potente dell’argentino Rigoni. Con il passare dei minuti gli avversari prendono campo e il comando delle operazioni. Il Genoa arretra senza perdere la bussola e andare in affanno, pur concedendo qualcosa come un paio di punizioni dai venti metri. Ne approfitta Paredes che colpisce la traversa. A seguire è Driussi a ristabilire il pareggio al 19’ dopo una serie di rimpalli, indirizzando un pallone vagante nella porta sguarnita. Al 25’ ci prova allora Zanimacchia scaricando il destro: potente ma impreciso. I minuti passano e lo Zenit fa pesare la maggiore esperienza, senza trovare il colpo del ko. Callegari e soci chiudono i varchi e serrano i corridoi davanti al subentrato Russo, altro gioiellino doc del fertilissimo settore giovanile sotto la gestione Preziosi. Il punteggio cambia a due dal triplice fischio. Kuzayev incrocia il sinistro nell’angolino. Arrivano comunque applausi scroscianti per il nuovo Genova. Collaudo superato a pieni voti.
Genoa 1°t – Radu, Spolli, Romulo, Piatek, Biraschi, Pandev, Lazovic, Bessa, Lakicevic, Medeiros, Zukanovic. All. Ballardini.
Genoa 2°t – Vodisek (30’), El Yamiq, Lapadula, Rossettini, Galabinov, Romero, Callegari, Raul Asencio, Pereira, Omeonga, Zanimacchia.
Reti: pt 22’ Romulo (rig.), 35’ Ozdoev; st 9’ Lapadula, 19’ Driussi, 43’ Kuzayev.