Con 13 condanne e una sentenza che ribalta quasi completamente l’impianto della pronuncia di primo grado, ieri sera i giudici della Corte di Assise di Appello di Torino hanno chiuso il maxi processo “Scripta manent”, uno dei più importanti mai celebrati contro la galassia dell’anarco insurrezionalismo.
Le pene più alte restano quelle inflitte ad Alfredo Cospito (20 anni) e Anna Beniamino (16 anni e mezzo).
Per uno dei nomi più noti dell’anarchismo italiano, Nicola Gai, che insieme a Cospito fu condannato in un altro procedimento per l’attentato a Genova contro l’amministratore delegato di Ansaldo nucleare Roberto Adinolfi, il quale fu gambizzato dagli anarchici, si è scesi dai 9 anni ai 13 mesi di reclusione in continuazione con una sentenza precedente, ma soprattutto è stata disposta la scarcerazione immediata.
Lo ha riferito l’agenzia Ansa.
La causa in questione riguardava l’attività della Fai-Fri, sigla che fra il 2003 e il 2016 si attribuì una lunga sequenza di azioni in varie località italiane, come i plichi esplosivi a politici (tra cui Sergio Chiamparino, all’epoca sindaco di Torino, e Sergio Cofferati, ex sindaco di Bologna) giornalisti e forze dell’ordine, e un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, lo scoppio in rapida successione di tre ordigni nel quartiere Crocetta a Torino.
Ieri mattina gli anarchici avevano deciso di aspettare la sentenza, nel capoluogo piemontese, con una dimostrazione contro il palazzo in via Lugaro che ospita le redazioni dei quotidiani La Stampa e la Repubblica: petardi, uova di vernice, slogan e un volantino che accusa i giornalisti di “terrorizzare la popolazione manipolando l’informazione” e “coprendo con un complice silenzio quanto il potere non vuole che si sappia”.
I quotidiani hanno ricevuto la solidarietà di tutte le forze politiche.