Non sembra davvero avere fine la spirale di violenza che da alcuni mesi ormai si registra presso il carcere Marassi di Genova.
L’ultimo episodio violento è avvenuto questa mattina, sul quale riferisce il segretario nazionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Michele Lorenzo.
“In mattinata, un detenuto nordafricano classificato con problematiche psichiatriche, evidentemente in stato alterato, ha sferrato un pugno in pieno volto all’agente di servizio, colpendo violentemente anche altri due agenti accorsi per bloccare l’istinto violento del soggetto”.
Netta la denuncia del SAPPE: “Oggi l’Amministrazione non prospetta alcuna soluzione a queste aggressioni, il detenuto in questione proveniva dall’istituto di Sanremo dove già aveva serbato simili comportamenti che, puntualmente, ha ripetuto contro il personale di Marassi.
Non serve questo girovagare dei detenuti che non certamente cambiando istituto possono modificare la loro indole aggressiva.
Attualmente negli istituti liguri vi è una forte carenza di assistenza specialistica psichiatrica quindi non si comprende come si possa definire un soggetto psichiatrico e come praticarne l’assistenza, sta di fatto che potrebbe diventare quasi un alibi il definirsi psichiatrico”.
Ferma la posizione del segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che sollecita i vertici ministeriali ad intervenire sulle problematiche e sulle criticità di Marassi e della Liguria: “Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio a Marassi lo fanno con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato per l’esasperante sovraffollamento.
Ma servono urgenti provvedimenti per frenare una situazione operativa che è semplicemente allarmante. E’ fondamentale prevedere un nuovo modello custodiale in carcere.
Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non siano ancora state in grado di trovare una soluzione.”