La rabbia del Sappe: Subito riforme strutturali. Aspettano forse che lancino armi per muoversi?
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce di Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del SAPPE, dà notizia dell’ennesimo sequestro di droga e telefoni cellulari dai Baschi Azzurri nella Casa circondariale di piazzale Marassi, a Genova.
“I Baschi Azzurri hanno sequestrato 75 grammi e due telefoni cellulari, completi di sim, che erano stati lanciati poco prima da ignoti dalla Coop del Mirto, adiacente alla struttura e il cui parcheggio auto è stato messo al centro delle nostre critiche sindacali fin dalla sua costruzione perché le sue mura sono più alte di quelle di cinta e consentono una facile introspezione dentro al carcere”.
Il sindacalista torna a denuncia le rivendicazioni del SAPPE: “sono ormai anni che denunciamo questi lanci. Servono grate, droni, sentinelle e un servizio automontato dedicato per stroncare gli illeciti tentativi di introduzione e possesso di droga e microcellulari, che oramai hanno dimensioni sempre più ridotte, da parte dei detenuti. Ci auguriamo che al più presto, il personale del Corpo di polizia penitenziaria di Marassi venga dotato di nuove apposite strumentazioni per contrastare questo fenomeno, come il potenziamento tecnologico della Sala Regia, fulcro del monitoraggio della sicurezza interna ed esterna”.
Poi la denuncia del SAPPE che sa anche un po’ di provocazione: “Aspettano forse che qualcuno lanci una pistola dentro al carcere o che succeda una tragedia prima di porre rimedio a queste incredibili falle che, se si fosse ascoltato il SAPPE per tempo, si sarebbe potuto evitare all’origine, ovvero quando il centro commerciale era ancora in costruzione? Ed è possibile che non si possano schermare le celle delle carceri, i cortili ed i saloni dove i detenuti svolgono attività, all’uso dei telefoni cellulari come invece avviene in moltissime se non tutte le carceri europee?”, conclude Tristaino.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, ricorda che “il SAPPE da decenni chiede riforme concrete come l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”.
Parecchi i tossicodipendenti, tra i detenuti: “Dai dati in nostro possesso sappiamo che il 30% e più delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento.
Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.
Poi il leader del SAPPE sottolinea l’allarme connesso all’ingresso illecito ed all’uso in carcere di telefonini: “Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri di questi piccoli apparecchi. Vanno adottate soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive, delle celle e degli spazi nei quali sono presenti detenuti, all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone Al Governo Meloni, che pure ha deliberato importanti provvedimenti sul fronte penitenziario chiediamo, oltre alla dotazione del taser per potersi difendere dai detenuti violenti, di fare presto anche sul fronte della schermatura dei penitenziari all’uso dei cellulari”.