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Ancoraggi vietati a Paraggi, la lettera di uno dei sei denunciati

La baia di Paraggi (immagine di repertorio)

In merito all’articolo pubblicato sul nostro Liguria Notizie il 27 settembre, “Ancoraggi vietati a Paraggi: denunciati in sei”, riceviamo lettera da parte di Vittorio Lercari, uno dei sei diportisti che sono stati denunciati, che pubblichiamo.

Caro direttore, neanche arrivato in porto e mia figlia mi ha inviato il vostro articolo. Sono uno dei criminali che per alcune decine di metri  oltre un ipotetico divieto non segnalato ,calando l’ancora , che forse ha pure arato, ha commesso un azione così grave da meritare una denuncia penale (!!!!!!!)con le conseguenze del caso.

La cosa divertente è che nello specchio acqueo non vi è segnalazione alcuna per evitare che chicchessia  possa commettere si fatto delitto , o meglio ancora vi è una boa ,per altro rilevata al momento di andare via perché nascosta dalle presenza di altre imbarcazioni presenti che erano numerose in zona, che alla sommità ha una targa senza alcuna scritta! (la foto verrà messa a disposizione del giudice)

La guardia costiera , dopo aver rilevato le generalità ci ha invitato a recarci immediatamente presso il loro comando di Santa Margherita Ligure , è doveroso precisare che il loro intervento è stato pur con la dovuta fermezza educato e rispettoso, sebbene per alcuni per essere notificati del verbale di notificazione di reato (!!!) che comporta l’immediata nomina di un legale (!!!!) abbia significato perdere tutta la giornata.

Evidenzio anche per i lettori che non conoscono la zona , che nei pressi e intendo forse a meno di un miglio marino e quindi nelle immediate vicinanze della costa di Portofino, Paraggi ecc . mi risulta (Olivetta , Punta Cannone , Punta Pedale ecc.) si transita e si staziona normalmente.

La vicina baia di San Michele di Pagana e altre  zone del Tigullio e non solo  sono “costellate da numerose boe segnaletiche” che mi è stato detto indicano a chi osa passare il limite che ,praticamente rischia la pena di morte ; oltre a tali limiti …ahimè …spesso si notano sgradevoli gavitelli che a “pagamento” permettono il transito , e non a remi, di chi decide di ormeggiare con soste a ore o stagionali ,senza contare che durante la stagione estiva sfrecciano per tutto il golfo  traghetti e traghettini a velocità tali da rendere perennemente il mare a forza tre /quattro , per non parlare dei transatlantici che dopo la tragedia dell’ isola del Giglio, finalmente stazionano a debita distanza, ma che trasportano tutto il giorno migliaia di passeggeri a riva ,con le conseguenze del caso in termini di inquinamento, anche perché svolgono il traghettamento con le scialuppe di salvataggio ….il giorno dopo il mare ricorda nella sporcizia la loro presenza.

Evidenzio  che sicuramente nessuno era a conoscenza del pericolo nel quale si è incorsi  dovuto alla mancanza di evidente è doverosa  segnaletica , che scienza  e coscienza  richiederebbe per un divieto ove si rischia il penale  ,credo che nessuno e ben che mai sei singole imbarcazioni rischierebbero così tanto per un normalissimo ormeggio che non creava disturbo alcuno e ripeto a poche decine di metri dalla linea ipotetica non segnalata del divieto .

Mi ha colpito il fatto che uno dei “criminali”, che ho poi incontrato in porto ,era un tedesco il quale in un italiano stentato ma con calma e educazione  mi ha confidato che è rimasto molto stupito del fatto perché avrebbe ,nel programmare la sua rotta con germanica precisione ,prima di avvicinarsi alla costa cercato notizie su internet senza nulla rilevare così come usa fare chi è abituato a navigare.

Concludo con alcune mie personali riflessioni : ma come è possibile che a pochi metri da dove sono stato fermato per tutta la stagione estiva centinaia di imbarcazioni anche  di dimensioni non indifferenti gettano l’ancora e nulla succede alla povera alga ? chi è lo scienziato che ha stabilito la linea retta dove c’è e non c’è l’alga ? E con tutto il degrado che c’è in zona perché si permette  e tollera tutto il marasma di cui sopra e si ci preoccupa solo dell’alga di Paraggi? , anche a San Michele mi risulta ci sia un alga ,non so chi sia, ma forse non patisce niente con tutte quelle imbarcazioni all ormeggio  ? I gavitelli non poggiano sul fondo ? e perché per una banale disattenzione per altro dovuta a mancanza di segnalazioni di chi legifera una persona deve rischiare così tanto e cosa ancor più grave del rischio e della gabella anche l’umiliazione di un penale?

In ultimo entrando nei locali della Guardia Costiera  ho notato che quelli al piano terreno sono ancora distrutti dalla mareggiata dello scorso anno e  di fatto i militari vivono in quelle condizioni da mesi poi emerge ,come noto ,che i nostri figli e nipoti studiano per anni in scuole  non sicure e non aggiungo altro …..nessuno viene sanzionato ne  denunciato men che mai  penalmente , non vorrei che la risposta fosse quella che la povera alga se molestata e comunque  se lo è stata per pochi minuti , valga più delle persone che lo sono da anni .

Chi  legifera avrebbe bisogno di vivere e conoscere le persone e le situazioni  e adottare i provvedimenti proporzionalmente  alla gravità dei fatti ,anche perché la gente e parlo di quella normale ,ogni giorno di più  ,inizia ad essere stufa di simili incongruenze , non tanto  ovviamente di quella che ci occupa che è veramente ridicola .

Dispiace  infine più di tutto per quel povero signore Tedesco …. un normalissimo diportista amante del mare …..a quali  peripezie legali e non  dovrà andare incontro pur senza contare i costi economici ? e quale pessima figura non solo  in termini di ritorno turistico  ,anche perché il fatto  di per se ha del ridicolo ,susciterà all’estero e non solo ?

Sicuramente questi fatti comportano  una grave ricaduta verso tutte quelle persone che lavorano e si prodigano per un migliore turismo ,purtroppo la nostra riviera anche per questi eccessi ha perso tutti i fasti conquisati nel passato .

Spero sempre che l’amico Tedesco vada solo per mare perché nella malaugurata ipotesi dovesse transitare sulle nostre autostrade (chi percorre l’autostrada A26  lo constata giornalmente )esistono frotte di stranieri che la percorrono a velocità “folli “con gravi pericoli per la vita delle persone , ben consci che lo Stato Italiano a differenza  di quasi tutti i paesi europei nulla fa a fronte dei  rilievi del “tutor“ verso tali trasgressori .

Una semplice pattuglia della polizia della strada potrebbe fermare i trasgressori in tempo reale e fare una marea di denari e porre termine alla pacchia e in pari tempo rendere più sicuri i nostri viaggi , sicuramente il tutto dovrebbe essere demandato al nostro valoroso e caparbio Ministero dell’Ambiente che solo da poco si  accorto che i nostri mari sono invasi dalla plastica .

Forse stasera l’alga di Paraggi andrà a dormire profondamente delusa ….per il tutor in autostrada migliaia di avvisi e cartelli e non ti fa niente nessuno , per Lei nemmeno un piccolo avvisino un piccolo  cartellino… ma chi passa quella ipotetica linea retta senza segnalazione alcuna si becca un bel penale e una profonda amarezza e una grande delusione .

Mi sono chiesto infine come faranno quei piccoli operatori turistici ad affittare un barchino dovranno dotare il cliente ( se poi è straniero )di una mappa stile sbarco in Normandia .

Ringrazio per l’attenzione purtroppo per colpa di altri un semplice ormeggio viene colpito sanzionato ed  evidenziato con una enfasi che non viene riservata nemmeno agli evasori fiscali ,sicuramente come gli altri ci difenderemo nelle apposite sedi .

Con i migliori saluti e con la preghiera di dare replica al vostro articolo di stampa”. Vittorio Lercari

Per saperne di più sulle praterie di Posidonia oceanica nella zona di Portofino: http://www.portofinoamp.it/ambienti-marini-costieri/le-praterie-di-fanerogame-marine

Le praterie di fanerogame marine in zona (foto Massimiliano Muratore)