Questa mattina a Palazzo di Giustizia di Genova nell’ambito dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario, è intervenuto anche il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Distrettuale di Genova Alessandro Vaccaro.
L’avvocato Alessandro Vaccaro, ha sottolineato il “rapporto di collaborazione, di amicizia e comunanza d’intenti esistente tra la magistratura e l’avvocatura genovese: dovrebbe essere presa ad esempio da altri Distretti e Circondari”, ha detto. Precisando poi, con una battuta, che, per una collaborazione ancora più efficace, “bisognerebbe che ogni avvocato per due mesi all’anno facesse il giudice e che ogni giudice, per due mesi all’anno facesse l’avvocato”.
L’Avvocato Vaccaro ha poi analizzato i vari aspetti del settore in Liguria.
Per quanto riguarda i’i numeri’, gli iscritti all’Albo genovese 3.992 avvocati e 607 praticanti; a Imperia 806, a Savona 988, alla Spezia 987, a Massa (che fa parte del Distretto di Genova) 919 tra avvocati e praticanti. In totale 7.692 professionisti, con un lieve aumento rispetto agli anni precedenti degli iscritti all’Albo degli Avvocati, e un decremento del numero dei praticanti.
Il Consiglio dell’Ordine di Genova nel 2017 ha esaminato 3.305 domande di patrocinio a spese dello Stato (delle quali 1.630 presentate da cittadini stranieri) con un aumento del 10% rispetto al 2016.
Per quanto riguarda la formazione continua, l’Ordine genovese nel 2017 ha organizzato 295 corsi ed eventi formativi (231 gratuiti): con 25 mila presenze di avvocati per un totale di oltre 1.100 ore formative.
Inoltre 1814 avvocati hanno seguito i corsi in e-learning per 4.725 ore di formazione.
Da ricordare l’attività della Scuola Forense per la preparazione all’esame di Stato, ancora una volta organizzata insieme all’Università di Genova e alla Scuola Forense Mauro de André,
l’Organismo di mediazione di Genova (è l’attività svolta da un
professionista terzo e imparziale che assiste le parti in lite fino al possibile accordo) ha seguito 1.339 procedure di mediazione (300 richieste in più rispetto al 2016): un trend positivo che ha però dato risultati scarsamente significativi perché solo l’8,8% ha avuto esito positivo.
Sono quasi triplicati i procedimenti di mediazione assistita.
A proposito dell’attività arbitrale, l’Ordine genovese ha siglato un accordo con la Camera arbitrale di Milano e con quella della Camera di Commercio di Genova per alimentare l’attività della Camera arbitrale genovese.
Il rapporto con gli enti locali, Comune di Genova e la Regione Liguria è stato dfinito “fattivo e concreto”.
In questo senso va “l’impegnativo lavoro svolto dallo Sportello del Cittadino che, nel 2018, avrà un ulteriore sviluppo alla luce del sottoscrivendo accordo con il Comune di Genova che lo porterà presso tutti i Municipi in modo da portare l’avvocatura sul territorio”.
E analogamente l’Ordine degli Avvocati sta studiando con la Regione Liguria la costituzione di un Ente di formazione che formi avvocati esperti che possano collaborare con aziende sia pubbliche sia private.
Vaccaro ha segnalato che “dopo tante delusioni, si chiude un anno che, ha lasciato finalmente intravedere spiragli per un nuovo e più costruttivo rapporto tra avvocatura e politica.
La voce dell’avvocatura – ha sottolineato Vaccaro – è e vuole essere una voce ‘tecnica’, improntata alla salvaguardia dei valori della Costituzione, al rispetto della prevalenza delle regole e alla difesa dei diritti dei più deboli e indifesi (che oggi sono i più)”.
In questo quadro resta la pesante ombra dell”annoso problema dei “ritardi inaccettabili” relativamente al pagamento dei compensi per l’attività svolta dagli avvocati con il gratuito patrocinio.
L’approvazione della “normativa per l’equo compenso, pur se con mille contraddizioni, e altre norme (come il legittimo impedimento per maternità) sono invece da considerarsi un apprezzabile segnale di una diversa attenzione della politica rispetto alla professione forense.
Presentano invece “molte lacune e insidie” le norme sull’apertura al socio di solo capitale, quelle sul preventivo obbligatorio, sul rito assicurativo e “l’illegittimo rito introdotto per i rifugiati”.
E’ stato poi toccato l’argomento dei processi civili con l’Ordine che ha avanzato proposte sul tema della durata di questi processi.
Per esempio di portare fuori dal sistema giurisdizionale, delegandole agli avvocati, gran parte delle attività di accertamento come cosiddetti “procedimenti speciali” (decreti ingiuntivi, convalide di sfratto, accertamenti tecnici preventivi) e di affidare agli avvocati tutte le notifiche e la facoltà di rilasciare copie e potenziare la figura del “contratto assistito” (il contratto, cioè, in cui le parti sono tutelate da avvocati) magari con maggior ricorso all’arbitrato.
Per quanto riguarda le riforme del processo penale “abbiamo assistito – ha detto Vaccaro – all’introduzione di riforme che hanno indebolito le garanzie della difesa del cittadino”. Un caso è la scelta – tutta economica – di consentire per taluni reati, la
partecipazione a distanza dell’imputato al processo: “la qualità del processo penale non può prescindere dall’esistenza di un contraddittorio pieno tra accusa e difesa”, dice Vaccaro.
Lo stesso vale per lo “spostamento dell’azione repressiva dal terreno garantito del processo penale a quello delle misure di prevenzione: in questo caso la decisione si fonda sull’indizio e non sulla prova, con la conseguenza che prevalgano tesi giurisprudenziali volte a ritenere il soggetto pericoloso anche in caso di assoluzione nel processo penale; la prevenzione è quindi una duplicazione del processo con una regola di giudizio che rende impossibile la difesa”.
“Apprezzabili”, invece la Legge Orlando e i Decreti attuativi: “prevedono un ricorso maggiore alle misure alternative alla detenzione e un’attenzione ai diritti del detenuto”.
E parere positivo viene espresso sulla “tutela dei terzi estranei con riguardo all’inserimento di intercettazioni all’interno delle informative e dei provvedimenti cautelari, ma, per converso, l’impossibilità per la difesa di ottenere copia delle annotazioni di polizia giudiziaria sulle conversazioni intercettate e ritenute irrilevanti (ma che per la difesa potrebbero non esserlo)”.
In quest’ambito Vaccaro ha espresso “perplessità” sul possibile uso del captatore informatico nei reati ordinari (si tratta di software installati di nascosto su pc, smartphone o tablet: una sorta di “cimice” mobile).
E perplessità anche sulla modifica della prescrizione che “determinerà una dilatazione della durata del processo” e sulle “paventate riduzioni del numero delle Corti d’Appello”.