11 MARZO 2020. Emergenza coronavirus, nuovo decreto Conte.
Non solo negozi di alimentari, farmacie e parafarmacie aperti regolarmente. Idraulici, meccanici, elettricisti, benzinai, edicolanti, tabaccai, autogrill, ottici, veterinari e una lunga lista di attività artigianali ed esercizi aperti al pubblico non chiudono perché sono considerati servizi essenziali e possono far rispettare la distanza interpersonale obbligatoria di almeno un metro (come gli autogrill in autostrada).
E’ quanto in sostanza prevede il decreto sulle nuove restrizioni, che riguardano soltanto i servizi considerati non essenziali ossia le attività commerciali (come i negozi di abbigliamento e di altri generi). Oppure che sono a stretto contatto col pubblico e quindi non possono mantenere la distanza di sicurezza (come estetisti e parrucchieri). Oppure luoghi di affollamento di persone (come bar, ristoranti, pub, sale da ballo e altri).
Le fabbriche e gli uffici pubblici tuttavia restano aperti per evitare il collasso del sistema economico e dell’amministrazione pubblica, così come le attività del settore alimentare, agricolo e zootenico ovviamente “a condizione che assumano protocolli di sicurezza volti a proteggere i dipendenti dal contagio”.
Aperte anche le attività che riguardano servizi di trasporto pubblico, autotrasporto delle merci, postali, bancari, assicurativi e di comunicazione, che quindi vengono garantiti.
Inoltre, restano aperte le mense e le attività di catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
I responsabili di Poste Italiane oggi hanno precisato che “viene garantito il servizio con un numero omogeneo di uffici postali aperti in proporzione agli abitanti di ciascun Comune e nei Comuni con un unico ufficio postale l’apertura avverrà a giorni alterni”.
Ricordiamo, ancora una volta, che il decreto Conte firmato stasera sospende fino a venerdì 3 aprile le attivita’ commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attivita’ considerate “essenziali”.
Ecco, quindi, la lunga lista contenuta nel dpcm di esercizi e attività che rimangono aperti al pubblico:
“Ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimentari vari, commercio al dettaglio di prodotti surgelati,
commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici,
commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2),
commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati,
commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati,
commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico,
commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari, commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione,
commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici, farmacie, commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica, commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati,
commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale,
commercio al dettaglio di piccoli animali domestici (servizio veterinari aperto, ndr),
commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia,
commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento,
commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini,
commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione,
commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono,
commercio effettuato per mezzo di distributori automatici”.
Devono restare chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attivita’ svolta, i mercati, salvo le attivita’ dirette alla vendita di soli generi alimentari.
Ripetiamo che deve essere, in ogni caso, garantita la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.