“Oltre a essere partita in ritardo e in modo farraginoso per colpa della disorganizzazione di Regione Liguria, l’attività dei centri estivi liguri rischia di scontrarsi con un grave problema irrisolto: quello sanitario”.
Lo hanno dichiarato oggi i consiglieri regionali del Pd.
“Secondo le regole dell’ente regionale -hanno aggiunto – nel caso un bambino, un operatore o anche un accompagnatore manifestassero una temperatura superiore o uguale ai 37,5 gradi scatterebbe l’obbligo di sospendere l’attività dell’intero gruppo a cui appartiene il bambino in questione.
Inoltre, tutti i bimbi del gruppo entrerebbero in quarantena, in attesa della certificazione di non positività al Covid-19 del bambino da parte di un pediatra.
Se poi si trattasse davvero di coronavirus, tutto il gruppo dovrebbe mettersi in condizione di certificare il proprio stato di salute.
Naturalmente, i pediatri hanno già chiarito che non potranno certificare la negatività di un bimbo o di un accompagnatore in assenza di un tampone e visto che oggi ci vogliono mediamente nove giorni per avere i risultati, si rischia, per una banale febbre, di fermare l’attività di un intero gruppo per parecchio tempo.
Sappiamo che al Gaslini c’è la possibilità di avere i risultati in circa 24 o 48 ore, ossia una tempistica idonea, ma Regione Liguria e Alisa devono chiarire al più presto quale sia la procedura da seguire e quali i tempi di attesa.
Altrimenti le attività dei centri estivi, che già si svolgono tra enormi difficoltà, saranno ancora più precarie o peggio rischieranno di bloccarsi ancora prima di partire. Giovedì chiederemo urgentemente la convocazione di una commissione sanità per fare chiarezza su questi aspetti”.