Rosario D’Onofrio, procuratore capo dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri, ed ex ufficiale dell’esercito, è tra i 42 arrestati nell’operazione compiuta alcuni giorni fa dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Dda milanese per traffico internazionale di droga tra Spagna e Italia.
Rosario D’Onofrio ha da subito rassegnato le dimissioni.
D’Onofrio era diventato responsabile dell’ufficio che indaga su eventuali irregolarità degli arbitri.
Dalle indagini è risultato che lo stesso, usufruendo della divisa di cui era in possesso in quanto, all’epoca dei fatti, militare, nel periodo del lockdown, “circolava in Lombardia per effettuare consegne di sostanza stupefacente o per recarsi a Milano a versare il denaro provento dello spaccio a cittadini cinesi affinché trasferissero illegalmente tali somme in Spagna”.
Il presidente della Figc, Gabriele Gavrina si è limitato a commentare così sulla vicenda: “Sono sconcertato”.
L’Aia nel mentre si è dichiarata parte lesa. In un Comitato nazionale convocato d’urgenza, il presidente Trentalange avrebbe annunciato le dimissioni di D’Onofrio.
D’Onofrio era stato scelto per la guida della Procura arbitrale con la nuova gestione e lo scorso 28 ottobre era stato deferito dalla Procura Figc, guidata da Chinè, per la mancata apertura di un formale procedimento disciplinare dopo la denuncia dell’ex assistente di Avalos che contestava l’attribuzione di diversi voti.
Tra D’Onofrio e Avalos ci sarebbero stati alcuni contatti telefonici. Una vicenda che aveva portato non poco malumore nell’Aia.
L’udienza davanti alla Commissione federale di garanzia è prevista per il 25 novembre.