Ever Banega e Manuel Lanzini impediscono all’Italia di ripartire con il piede giusto, almeno sul piano del risultato.
Gli Azzurri escono sconfitti (2-0) dalla notte di Manchester, perdono il confronto con l’Argentina, giocando una partita a due facce: col freno tirato nel primo tempo, più spavaldi nella ripresa, ma con il denominatore comune dato dalla difficoltà di andare in gol.
Con Buffon in porta, Florenzi, Bonucci, Rugani, De Sciglio in difesa, Parolo, Jorginho, Verratti a centrocampo, l’esordiente Chiesa, Immobile e Insigne in attacco, e con Di Biagio alla prima sulla panchina azzurra, l’Italia prova a voltare pagina a quattro mesi dall’eliminazione dal mondiale. Dall’altra parte l’Argentina, priva di Lionel Messi e di Aguero, studia le ultime soluzioni in vista della competizione in programma a giugno in Russia dove la squadra di Sampaoli si presenta tra le favorite.
Quella di Manchester, davanti a 25 mila spettatori circa, è una serata particolare, vissuta nel ricordo di Davide Astori: la Nazionale, con il lutto al braccio, è scesa in campo per l’inno con la maglia del difensore azzurro. Molto toccante il minuto di raccoglimento, con l’immagine di Astori proiettata sugli schermi dell’Etihad Stadium mentre sui led scorreva la scritta ‘Davide per sempre 13’, la stessa che è stata riportata sulla maglia indossata in campo per la gara, la nuova maglia away in bianco che ha fatto oggi il suo esordio.
Tra emozioni e ricordi, arriva il fischio d’inizio. A partire forte è l’Argentina, che già al 4’ si trova davanti a Buffon con Di Maria, ma il portiere è pronto a distendersi. Mentre l’Italia, molto chiusa in difesa, punta ad attaccare soprattutto sulla fascia sinistra per cercare di sfruttare le qualità di Insigne, ecco al 17’ di nuovo gli argentini in avanti e stavolta l’occasione è prelibata: su calcio d’angolo svetta Otamendi, ma sul colpo di testa è bravissimo a rispondere Buffon.
La squadra di Di Biagio è molto ordinata, ma ha difficoltà di impostazione nelle ripartenze, tanto da lasciare il sopravvento all’Argentina in fase di possesso palla e per i tiri in porta. Mentre gli Azzurri non arrivano mai alla conclusione nei primi 45’, gli avversari sono pericolosi al 39’ con una conclusione dalla distanza di Paredes fuori di poco, al 44’ con Tagliafico che chiama in causa la prontezza di Buffon e ancora al 45’ con Higuain che tenta di beffare il compagno di squadra nella Juventus, ma Rugani sulla ribattuta del portiere è svelto ad allontanare quasi sulla linea di porta.
Nella ripresa si vede da subito un’altra Italia. Più intraprendente, più coraggiosa, più viva. Ed infatti al 3’, approfittando di un errato disimpegno dell’Argentina, Immobile recupera il pallone e serve Insigne che controlla ma, a tu per tu con Caballero, sbaglia la mira. Al 14’ si guadagna la serata il numero uno argentino anticipando ancora Insigne.
Al 16’ tre cambi per Di Biagio: escono Chiesa, Florenzi e Parolo, entrano Candreva, Zappacosta e Pellegrini. L’Italia insiste: al 23’ ci prova Jorginho con un tiro da fuori neutralizzato da Caballero. Ancora sostituzioni tra gli Azzurri, dove trova spazio un altro esordiente: Patrick Cutrone, classe 1998, 15 gol stagionali, un biglietto da visita niente male. Nel momento migliore dell’Italia, però, una ingenuità in fase di disimpegno da parte di Jorginho spiana la strada a Banega, che di sinistro dai 16 metri mette alle spalle di Buffon. E’ il 30’.
Doccia fredda per gli Azzurri, chiamati alla reazione. Di Biagio tenta il tutto per tutto inserendo anche Belotti ma, alla ricerca del pareggio, l’Italia perde gli equilibri e subisce il secondo gol in contropiede al 40’ con un gran tiro di Lanzini all’incrocio dei pali.