WASHINGTON – Gli Usa si sono ritirati formalmente dal Trattato Intermediate-Range Nuclear Forces (Inf) con la Russia. Il Trattato era stato siglato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov e segnò la fine della guerra fredda. Il trattato sancì lo smantellamento di tutti i missili nucleari con gittata tra i 500 e i 5.000 chilometri di Stati Uniti e Unione Sovietica.
Gli Stati Uniti hanno imputato alla Russia la fine del Trattato, affermando che per anni Mosca ha sviluppato armi che violano il trattato stesso e minacciano Usa ed Europa. Washington ha puntato l’indice anche contro la Cina, affermando di essere i soli a rispettare l’intesa. Gli Usa potranno ora sviluppare sistemi d’arma precedentemente banditi.
Reazione russa
“Washington ha commesso un grave errore: lanciando una campagna di propaganda, che si basava su una deliberata disinformazione sulle presunte violazioni della Russia riguardo al trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, ndr), gli Stati Uniti hanno deliberatamente creato una crisi quasi insormontabile attorno al trattato stesso. Il motivo è chiaro: negli Stati Uniti volevano sbarazzarsi delle restrizioni in esso stabilite”. Così il ministero degli Esteri russo Lavrov in un comunicato.
“Nel corso degli anni – prosegue il ministero – Washington ha completamente ignorato le serie preoccupazioni della Russia su come gli stessi Usa abbiano attuato il trattato. Nel frattempo, il dispiegamento in una delle basi militari statunitensi in Europa dei lanciatori Mk-41, in grado di sparare missili da crociera a medio raggio, è una grave violazione del Trattato. Invece di un’analisi sostanziale e professionale dei dubbi posti, la parte americana ha presentato alla Russia richieste deliberatamente inaccettabili di ultimatum. Tutte le soluzioni realistiche che abbiamo proposto sulla base di misure di trasparenza reciproca, che potrebbero portare a una soluzione dei problemi esistenti, sono state respinte”.
La storia del Trattato
Siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, il Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), sancì lo smantellamento di tutti i missili nucleari con gittata tra i 500 e i 5.000 chilometri di Usa e Urss e portò all’eliminazione dal Vecchio Continente delle testate nucleari a raggio intermedio: i missili SS-20 sovietici e i Pershing-2 e i Tomahawk Cruise americani. Segnando così la fine della crisi degli euromissili e – di fatto – la fine della Guerra Fredda.
Il Trattato fu il primo accordo di disarmo che obbligava alla distruzione, e non alla semplice limitazione, di un’intera classe di armamenti. Fu una delle pietre miliari del disgelo tra le due superpotenze e fu uno dei risultati di cui furono poste le basi l’anno prima nello storico summit di Reykjavik tra Reagan e Gorbaciov.
La proposta di un passo indietro di Usa e Urss venne in particolare dal cancelliere tedesco Helmut Schmidt, per porre fine a un braccio di ferro che durava da almeno dieci anni, durante i quali l’equilibrio internazionale si era fondato sul terrore per una guerra nucleare.
Il Trattato Inf fu un punto di svolta sul fronte del controllo degli armamenti e fu accolto con entusiasmo dal movimento pacifista che intanto si era sviluppato su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Marcello Di Meglio