Si chiama Pietro Biagini, è nato nel 2000 ed ha appena terminato gli studi presso il liceo scientifico “Da Vinci” di Genova ed ora si prepara per affrontare una sfida davvero importante: rappresenterà l’Italia ai campionati del mondo giovanili di arrampicata sportiva, che si svolgeranno ad Arco di Trento a fine agosto.
Una disciplina non molto diffusa nel nostro Paese che, piano piano inizia a farsi strada tra l’invadenza degli sport maggiori. “L’arrampicata sportiva si divide in tre specialità”, spiega l’atleta genovese, “boulder, lead e speed, che sono rispettivamente la prima una serie di percorsi con vari tentativi in un tempo di conque minuti, la seconda prevede invece un solo percorso con un unico tentativo ed infine la terza si articola su un solo percorso omologato ed ovviamente vince chi arriva più in alto”.
Pietro Biagini si cimenterà con i compagni di squadra nella disciplina – lead – maggiormente tecnica e difficoltosa.
La nostra Nazionale porterà ad Arco di Trento ben cinquanta giovani tra under 16, 18 e 20.
L’atleta genovese ci ha spiegato come si sia avvicinato a questo sport e, come oggi sia diventato un professionista: “I miei genitori sono sempre stati appassionati di montagna, pur non arrampicando e, quasi per caso mi sono avvicinato alle palestre di roccia, ottenendo da subito buoni risultati.
Pur praticando altri sport, dal 2011 mi sono concentrato su questo ed oggi sono qui a far parte della Nazionale, una grande soddisfazione”.
Nel tempo Pietro ha partecipato a diverse manifestazioni molto importanti, quali i campionati del mondo in Cina nel 2016 ed in Russia nel 2018, passando attraverso molte gare europee con ottimi risultati, tra cui un quarto assoluto nella specialità boulder.
Nella competizione mondiale dovrà affrontare atleti molto preparati ed abili, soprattuto tra le compagini giapponesi e slovene, ma il giovane genovese non ha timore di competere al più alto livello.
“Per ottenere risultati nell’arrampicata sportiva non serve solo grande forza nelle braccia ma soprattutto una grande determinazione, dentro e fuori dal campo di gara. Per vincere serve infatti la capacità di leggere il percorso per interpretarlo nel migliore dei modi, sapendo dove sforzarsi maggiormente e dove poter prendere fiato. L’equilibrio è forse la caratteristica principale di chi affronti la nostra disciplina”.
C’è grande soddisfazione tra gli atleti di arrampicata sportiva in quanto dalle prossime olimpiadi, questa specialità sarà inserita tra gli sport dimostrativi a Tokyo 2020, segno tangibile di un crescente interesse ad ogni livello e noi, siamo ovviamente pronti a documentare i risultati dei nostri atleti. (foto a cura di Pietro Biagini)
Roberto Polleri