“Inchiesta a orologeria? La nostra richiesta è di cinque mesi fa, precisamente del 27 dicembre”.
Lo ha dichiarato ieri a Palazzo di Giustizia il procuratore capo della Procura della Repubblica di Genova Nicola Piacente, che ha precisato come “l’ordinanza sia arrivata solo nella giornata di ieri ed eseguita in mattinata” a seguito delle polemiche sollevate da molti in vista delle elezioni europee e amministrative di giugno, ma anche dal ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha espresso “perplessità” sull’arresto ai domiciliari del governatore ligure Giovanni Toti.
“A me non piacciono le frasi fatte o del comune sentire, non conoscendo gli atti, ribadisco la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza.
Tuttavia, ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini.
Tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si puo’ arrestare e dopo tanti anni dall’evento che si e’ verificato e dalle indagini appare difficile che possano ancora sussistere” ha spiegato ieri il ministro Nordio, che si è detto “perplesso” sull’arresto ai domiciliari di Toti nell’ambito della maxi inchiesta per corruzione della Dda e della Procura di Genova per cui, inoltre, la commissione parlamentare Antimafia ha chiesto gli atti.
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