Papà separati a Genova. Trenta alloggi a canone moderato “destinati a genitori divorziati con un’attenzione particolare per i padri separati” ormai sono pronti per essere assegnati da Arte ad altrettanti cittadini che rientreranno nei parametri della graduatoria.
Lo ha annunciato oggi il dirigente di Arte Genova Paolo Gallo durante la commissione consiliare a Palazzo Tursi dedicata al tema dell’edilizia residenziale pubblica, rispondendo a alcuni referenti dell’associazione Padri separati di Genova.
Gli alloggi, ristrutturati o realizzati ex novo attraverso l’uso di fondi regionali, nazionali e in parte di Arte, si trovano in diversi quartieri della città: da Quarto Alta al Cep di Voltri, dalla Valpolcevera alla Valbisagno e avranno un prezzo di affitto a partire da circa 150 euro mensili.
“A partire dalla prossima settimana – ha aggiunto il presidente della commissione Welfare Fabio Ariotti (Lega) – il bando e il modulo per le manifestazioni di interesse saranno messi in rete sul sito di Arte Genova.
Inoltre, dal Governo arriveranno 6.5 milioni e il Comune di Genova ne ha stanziati altri 5 nell’ultimo bilancio: tutti destinati ai quartieri di edilizia residenziale pubblica.
Saranno quindi 386 gli alloggi popolari pronti per essere messi in vendita e ci sarà la possibilità di acquistarli a prezzi vantaggiosi che potranno aggirarsi attorno ai 40mila euro.
Mentre continua il piano di ripristino e ristrutturazione degli appartamenti sfitti, sono altri 400 quelli che sono stati o sono in procinto di essere ripristinati per essere assegnati.
Finalmente stiamo ottenendo qualcosa di concreto per migliorare la vivibilità delle persone più bisognose. La casa è un bene primario e fondamentale.
Importante la vicinanza delle istituzioni alle periferie, soprattutto consegnando risposte tangibili. Il piano di ripristino degli alloggi sfitti è un tema discusso da anni e ora anche grazie all’impegno della giunta arrivano i primi risultati.
Sarà importante investire sempre di più per andare incontro alle necessità della popolazione, soprattutto nelle periferie dove i problemi di carattere sociali si fanno sentire maggiormente”.