Chiusura d’anno negativa per l’artigianato ligure, che nel 2019 ha perso complessivamente lo 0,8% delle microimprese, nel capoluogo -1,7%, positive La Spezia e Imperia
Grasso (Confartigianato): «Preoccupano le quasi 400
imprese perse a Genova. È urgente tornare alla normalità e far partire gli
incentivi per gli investimenti alle imprese, accompagnati da fiscalità più
semplice e meno burocrazia»
È un 2019 amaro per l’artigianato ligure, che, nonostante la lieve
stabilità registrata negli ultimi trimestri, a dicembre chiude con un
-0,8%. Lo dicono gli ultimi dati Infocamere-Movimprese, secondo i quali su
43.371 micro e piccole imprese registrate a fine anno, 3.170 sono le nuove
iscritte, 3.505 le cessate, per un saldo negativo di 335 unità, appunto
-0,8%.
Una riduzione maggiore rispetto a quella registrata nel 2018, che si era
chiuso con un saldo negativo dello 0,6%. Trend che, insieme alla Liguria,
interessa solo quattro regioni italiane (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia,
Molise e Marche), mentre tutte le altre, tra 2019 e 2018, hanno registrato
un leggero miglioramento nel saldo tra chiusure e nuove aperture. Anche il
dato medio italiano, pur rimanendo negativo, migliora rispetto al 2018:
dal -1% si è passati all’attuale -0,6%, frutto di 95.543 chiusure e 87.951
aperture d’impresa su un totale di oltre 1 milione e 296 mila realtà.
Il dato complessivo della regione è frutto di una situazione piuttosto
diversificata nei vari territori, a conferma degli andamenti rilevati
negli ultimi mesi dell’anno. In particolare, Imperia e La Spezia
registrano segni positivi, rientrando tra le uniche 19 province italiane
con un saldo positivo tra cessazioni e aperture di impresa. A Imperia
questo valore è del +0,4%, frutto di 480 chiusure, 509 aperture su un
totale di 7.195 microimprese: 29 nuove realtà all’attivo. Nel 2018 il
saldo era stato pari al +0,5%. Alla Spezia, dopo un 2018 negativo dello
0,8%, il 2019 si chiude in crescita dello 0,6%: su 5.251 microimprese
registrate, le nuove aperture sono state 432, le chiusure 403, per un
totale, anche in questo caso, di 29 nuove micro e piccole realtà
artigiane.
Sul dato medio regionale pesa decisamente il trend negativo registrato in
provincia di Genova, che chiude l’anno con un -1,7% (era un -0,8% nel
2018). Su 22.200 micro e piccole imprese registrate, hanno aperto in 1.620
nel corso dell’anno, ma a chiudere sono state 1.998: il saldo è negativo
di ben 378 unità. Resta invece leggermente negativo, ma in miglioramento
rispetto al 2019, il saldo nella provincia di Savona: -0,2% contro il
-0,9% registrato l’anno precedente. 609 nuove iscrizioni, 624 chiusure,
pari a 15 imprese in meno sulle 8.725 totali.
«Dopo la stabilità registrata negli ultimi trimestri, l’artigianato ligure
si lascia alle spalle un 2019 in rosso – sostiene Giancarlo Grasso,
presidente di Confartigianato Liguria – Ci preoccupano le quasi 400
microimprese perse nel genovese, segno tangibile dei pesanti riflessi che
i danni alla rete autostradale hanno avuto sul tessuto produttivo
cittadino e regionale di piccole dimensioni. È urgente riportare il nostro
territorio in condizioni di normalità e far partire gli incentivi per gli
investimenti alle imprese, accompagnati da fiscalità più semplice e meno
burocrazia».