Le microimprese artigiane liguri tengono duro nel terzo trimestre dell’anno e chiudono pressoché invariate.
Leggero calo nel manifatturiero, stabili le costruzioni. Situazione diversificata nelle province, con i risultati migliori a Imperia e Savona.
Grasso (Confartigianato): «Numeri confortanti, ma aspettiamo i dati di fine anno: ci aspettiamo un fisco più semplice e più risorse per gli investimenti»
Il terzo trimestre dell’anno consolida la stabilità registrata tra aprile e giugno, quando l’artigianato ligure aveva chiuso con un lieve calo dello 0,16%. In base agli ultimi dati Infocamere-Movimprese, relativi al periodo luglio-settembre 2019, su un totale di 43.190 microimprese artigiane ligure attive, hanno aperto i battenti in 593, mentre hanno chiuso in 596, per una variazione pressoché nulla.
Complessivamente in Italia l’artigianato cresce dello 0,04%, trend rallentato rispetto a quello registrato nel trimestre precedente (+0,2% tra aprile e giugno): 17.583 iscrizioni e 17.108 chiusure di attività, su un totale di poco più di 1 milione e 291 mila microimprese attive.
Tornando alla Liguria, la manifattura artigiana della regione cede lo 0,13% nel corso dei tre mesi: 76 chiusure contro 67 aperture, per un totale di 7.009 microimprese attive. Per quello che riguarda le costruzioni, si segnala un’inversione di rotta, con un lievissimo trend positivo dello 0,01%, frutto di 324 iscrizioni e 321 cessazioni di attività, su un totale di 20.773 microimprese artigiane attive nel settore. In Italia, manifatturiero e costruzioni segnano rispettivamente un calo dello 0,22% (su 292.482 microimprese manifatturiere totali nel Paese) e una lieve crescita dello 0,09% (485.436 le realtà artigiane edili italiane).
«Un andamento all’insegna della stabilità in Liguria: si tratta di segnali confortanti per il nostro artigianato dopo trimestri negativi, pur sempre da commentare con prudenza – sostiene Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – L’emorragia rallenta, ma è anche vero che il trend resta diversificato nelle varie province, con andamenti positivi nel Ponente e ancora qualche segno meno nel Levante e nella provincia di Genova. I dati di fine anno ci diranno se saremo riusciti a invertire il trend negativo che ci segue da troppo tempo, ma, per invertirlo, ci aspettiamo un fisco più semplice e più risorse per investimenti».
La situazione nelle province: a Genova, tra luglio e settembre, la filiera artigiana conta 22.115 microimprese attive, 278 nuove aperture d’attività e 313 chiusure. Il calo è dello 0,16%. Nel trimestre aprono 33 realtà manifatturiere, ne chiudono 37 (-0,1%), su un totale di 3.675 microimprese del settore. Per quello che riguarda le costruzioni, 152 aperture e 160 chiusure (-0,7%), su 10.457 realtà.
Trend positivo per le microimprese artigiane della provincia di Savona, che a fine settembre segna un +0,17%, frutto di 127 aperture contro 112 cessazioni di attività, su un totale di 8.734 realtà all’attivo sul territorio. Nel dettaglio, la filiera manifatturiera segna un +0,15% (1.361 microimprese, 16 aperture e 14 chiusure), mentre le costruzioni salgono dello 0,2% (70 nuove attività contro 61 saracinesche chiuse, su 4.373 microimprese totali del settore).
Lieve calo alla Spezia, dove il trend complessivo segna un -0,09%: le chiusure (89) superano le apertura (84) su un numero di microimprese totale che si attesta sulle 5.233 unità. Perde terreno l’edilizia: -0,5%, con 2.159 realtà attive, 37 aperture e 47 chiusure. Leggero segno meno anche per il manifatturiero (960 microimprese totali, -0,4%): 16 chiusure contro 12 aperture.
Imperia, infine, mantiene il trend positivo registrato nel trimestre precedente. L’artigianato provinciale cresce di 22 unità (104 aperture e 82 chiusure), per un progresso dello 0,3% su un totale di 7.108 microimprese attive. La manifattura artigiana cede lo 0,3% (1.013 unità totali, 6 aperture e 9 chiusure), mentre l’edilizia cresce dello 0,3% (3.784 le microimprese totali in provincia, 65 aperture e 53 chiusure).