“Va rivolto un grazie di cuore ai tantissimi giovani di CasaPound, Lealtà e Azione, Forza Nuova, che oggi hanno voluto ricordare con una sobria cerimonia, culminata nella deposizione di una corona nei giardini di piazza Verdi a Genova, l’operaio missino e padre di famiglia Ugo Venturini, primo Caduto degli Anni di piombo”.
Lo ha dichiarato durante la commemorazione di stamane l’ex vicepresidente di Regione Liguria e attuale esponente di CasaPound, Gianni Plinio, che quel maledetto 18 aprile 1970 (la vittima morì dopo 18 giorni di agonia) era con Ugo Venturini e Giorgio Almirante sul palco del comizio allestito a Brignole.
Il 32enne missino fu violentemente colpito alla testa con una bottiglietta, appositamente riempita di sabbia e terriccio, da alcune pietre e da altri oggetti, come altri militanti finiti nel mirino dei contestatori comunisti. Per proteggere il segretario del MSI dall’attacco degli estremisti di sinistra, spalleggiati da diversi camalli del porto di Genova armati di uncini, bastoni e altro, l’operaio non esitò a fare da scudo col proprio corpo salvando così la vita a Giorgio Almirante (v. blogspot Ugo Venturini).
Il sacrificio di Ugo Venturini viene ricordato ogni nei giardini antistanti la stazione ferroviaria, dove gli è stato intitolato un piccolo viale.
“E’ confortante constatare – ha aggiunto Plinio – come la stragrande maggioranza dei presenti di oggi non fosse neppure nata all’epoca dei fatti. Eppure continui a considerare Ugo presente nelle proprie battaglie ideali e politiche.
Insieme con loro c’era anche il senatore Giorgio Bornacin e gli avvocati Graziano Lercari ed Elio Di Rella, presenti anche al contestato comizio di Giorgio Almirante dell’aprile 1970 in cui Venturini fu ferito a morte da attivisti ultracomunisti.
Nel 2005, quando ero vicepresidente della Regione Liguria, presentai un esposto alla Procura della Repubblica di Genova nel tentativo di far riaprire il caso Venturini. Purtroppo, l’unica cosa certa è che, dopo 48 anni e come in molti casi analoghi, gli assassini di quel militante missino continuano a non avere un nome e a restare in libertà”.
Già tredici anni fa, in merito a quell’attentato, Gianni Plinio aveva ufficialmente dichiarato: “In direzione del palco arrivò una pioggia di oggetti lanciati da un gruppo di esponenti dell’ultrasinistra, Venturini cercò di proteggere Almirante e venne colpito. Tra quella gente si nasconde l’assassino, che a distanza di 35 anni gira tranquillo e indisturbato per le strade della nostra città”.
Come avevamo spiegato il primo maggio scorso in occasione del ricordo della morte di Ugo Venturini anche da parte di vari rappresentanti del centrodestra genovese, ossia di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, si tratta di un evidente caso di omicidio di un innocente che in sostanza non è mai stato riaperto dalla Procura di Genova, con il risultato che il vigliacco assassino, se nel frattempo non è deceduto, risulta ancora libero.
In ogni caso, finora è rimasto senza un nome. Purtroppo, tutto è finito nel dimenticatoio. A differenza di altri casi sui quali ancora oggi, invece, si insiste nel voler far luce nei minimi dettagli. Come quello, peraltro solo ipotizzato o presunto, che riguarda la morte del terrorista BR e feroce assassino Riccardo Dura durante il blitz dei carabinieri nel marzo 1980 in via Fracchia (tra le vittime di Riccardo Dura vi furono il sindacalista Cgil Guido Rossa, il commissario di polizia Antonio Esposito, il magistrato Francesco Coco).