“Il cosiddetto ‘Decreto Genova’ ha previsto la possibilità di assumere, complessivamente per gli anni 2018 e 2019 con contratti di lavoro a tempo determinato, donne e uomini della Protezione civile, Polizia locale e di supporto, fino a 300 persone, per fare fronte all’emergenza conseguente al tragico e luttuoso crollo del Ponte Morandi. Assunzioni che possono avvenire previa autorizzazione del commissario delegato per l’emergenza, cioè il presidente della giunta regionale Giovanni Toti”.
Comincia così l’attacco di oggi della capogruppo regionale Alice Salvatore (M5S) al governatore Toti.
Ora, al fine di effettuare le assunzioni previste dal Decreto Genova e per profili professionali compatibili con le loro esigenze, le amministrazioni interessate possono attingere dalle graduatorie vigenti, anche di altre amministrazioni, relative ad assunzioni a tempo indeterminato, oppure possono assumere previa selezione pubblica, anche per soli titoli, sulla base di criteri di pubblicità, trasparenza e imparzialità, seppure semplificati.
E fin qui, ci siamo. Ma poi all’atto pratico, ecco la sorpresa: sul sito della Regione Liguria, alla pagina Amministrazione trasparente, dal gennaio 2019 sono apparsi numerosi avvisi di procedura selettiva, nei quali tuttavia venivano dati tempi molto stretti per la presentazione delle candidature. Da 6 a 20 giorni.
Morale: non è stata rispettata la legge. Le ‘Norme sull’assunzione agli impieghi regionali’, infatti, stabiliscono che tra la pubblicazione del bando e la presentazione delle domande debbano passare 30 giorni.
E questa non è la sola anomalia. Sono state selezionate figure che risultavano già presenti in Regione presso vari uffici e, in particolare, nella ‘Direzione centrale organizzazione’.
Non ci sembra che queste persone siano state impiegate con funzioni di Protezione civile, Polizia locale e di supporto all’emergenza. E stupisce che alcuni di loro abbiano addirittura lasciato posti di lavoro a tempo indeterminato per contratti a tempo determinato: evidentemente gli sono state promesse sanatorie di vario tipo.
Le modalità di selezione e poi l’impiego di tale personale genera perplessità e sconcerto. Grave soprattutto che ai cittadini non sia stato garantito il diritto di visionare, secondo le norme citate, un concorso pubblico.
Nella discussione di oggi in consiglio regionale, l’assessore Gianni Berrino mi ha ricordato che ognuno si assume la responsabilità di quello che dice. Ebbene, io ricordo all’assessore che ognuno si assume la responsabilità di quello che fa”.