I poliziotti del Commissariato Sestri Ponente hanno portato a termine un’articolata attività d’indagine che ha permesso di identificare gli autori del danneggiamento di due auto e di uno scooter a seguito di un incendio avvenuto un anno e mezzo fa nel quartiere di Pegli, all’interno di un contesto privato.
Dai primi rilievi effettuati dal personale intervenuto, l’incendio era parso accidentale, tuttavia sono stati svolti accertamenti al fine di escluderne la matrice dolosa.
Le decine di testimonianze acquisite tra condomini, conoscenti e amici delle persone coinvolte hanno consentito di stabilire uno stretto legame tra uno dei due danneggiati ed un 28enne genovese pluripregiudicato, dipendente di una nota officina del ponente genovese.
Gli accertamenti tecnici hanno consentito di stabilire che l’uomo, grazie alla sua profonda dimestichezza e conoscenza degli autoveicoli derivante dalla sua professione, ha ideato un particolare meccanismo d’innesco con una semplice miscela di diavolina e alcool collocata in alcuni punti particolari all’interno di una delle due auto in modo da far pensare, in un primo momento, che potesse trattarsi di un incendio dovuto a cause accidentali.
I successivi controlli effettuati presso tutti i nosocomi di Genova, hanno permesso di accertare la presenza del responsabile, la mattina successiva ai fatti, al Centro grandi ustionati dell’Ospedale Villa Scassi ove era stato ricoverato per gravissime ustioni agli arti inferiori.
Gli ulteriori accertamenti hanno consentito poi di identificare l’altro proprietario danneggiato, un genovese di 51 anni, come il mandante dell’atto incendiario, compiuto al fine di creare uno stato d’allarme tra i condomini del palazzo in modo tale che, in sede di assemblea condominiale egli, in veste di consigliere, potesse proporre e far approvare un preventivo per lavori straordinari finalizzati all’installazione di un circuito di videosorveglianza.
I due sono stati deferiti all’AG per il reato di danneggiamento a seguito di incendio, in concorso tra loro, grazie anche a una serie di perquisizioni eseguite presso le abitazioni e luoghi di lavoro degli indagati, che hanno permesso di acquisire ulteriori elementi comprovanti la loro responsabilità dei fatti.