Con variante indiana R0 a 20
Bassetti: “Chi dice che gli ospedali sono pieni di intubati a causa della Covid e di malati con forme gravi da SarsCoV-2 non frequenta gli ospedali. Probabilmente, per il bene dei pazienti, non vi è mai entrato.
Tra l’ottanta e il 90% di chi entra in ospedale e in Rianimazione con tampone positivo per SarsCoV-2 non ha la Covid, ma altro. Finiamola di dare il bollettino dei tamponi senza valutare i pazienti e le persone”.
Lo ha dichiarato ieri il prof. genovese Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino.
“Dall’India – ha aggiunto il prof. Bassetti – segnalano una nuova variante (Ba2.75) più contagiosa anche di Omicron 5. Si rischia un R0 superiore a 20. Speriamo non prenda il sopravvento.
Occorre quindi fare attenzione, ma senza allarmare troppo le persone.
In Italia, da quando la nazionale ha avuto problemi con le qualificazioni, lo sport nazionale non è più il calcio. Lo sport nazionale praticato da molti che giocano a fare il dottore o che credono di saperlo fare è l’allarmismo mediatico sul coronavirus. Ci riesce benissimo. Siamo campioni del mondo. Di diritto”.
“Oggi su 10 persone che vengono ricoverate in ospedale – ha ribadito il prof. Bassetti – ben 8-9 non hanno nessun sintomo compatibile con l’infezione da Sars-CoV-2.
Ovvero, l’80-90% dei ricoveri è per positività, ma sono asintomatici o paucisintomatici.
Quindi, i pazienti che attualmente entrano con polmonite interstiziale o bilaterale, con un quadro impegnativo, sono meno del 10-15%.
Io parlo ovviamente delle situazione che affronto in una Regione, la Liguria, e in una città, Genova, con molti anziani e dove dovremmo quindi vederne più di altri.
Le reinfezioni ci sono ma stiamo parlando di quadri clinici blandi, persone che si sono contagiate a marzo e oggi hanno un mal di gola o un po’ di febbre.
Il fatto che oggi ci sia il triplo o il quadruplo di positivi, non capisco cosa possa cambiare. Nnon li abbiamo solo in Italia. C’è un’ondata anche in tutti gli altri Paesi europei.
Pertanto, o si affronta in maniera coerente con il resto dell’Europa o se l’affrontiamo in maniera cervellotica come stiamo facendo, non facciamo altro che male”.