“I numeri continuano ad essere incoraggianti. Abbiamo oltre il 70% dei casi già guariti o dimessi e sempre meno malati in terapia intensiva (ieri 350 in Italia) e in ospedale.
Questo è un trend che dura da ormai 5 settimane.
Possiamo quindi dire che dopo la riapertura del 4 maggio, essendo oggi trascorso 1 mese ovvero 2 volte il tempo di incubazione massimo, non si è assistito ad un aumento dei casi e dei ricoveri”.
Lo ha dichiarato stasera il prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
“Le osservazioni cliniche milanesi, bergamasche e genovesi – ha aggiunto Bassetti – sul fatto che oggi la malattia da SarsCoV-2 sia diversa e meno letale rispetto a marzo o ad aprile, hanno fatto il giro del mondo (articoli su New York Post e Daily Telegraph) e hanno suscitato un ampio dibattito.
La medicina non è una scienza esatta ed è importante che ci sia un interscambio di idee, anche diverse. Solo così, a mio parere, si può migliorare e garantire una cura migliore ai nostri pazienti.
Continuo ad essere convinto dell’importanza dei test sierologici che ci permetteranno di sapere quanti sono stati i casi totali di Covid-19 mettendo insieme tutto (sintomatici e asintomatici). Molte regioni li stanno già offrendo a molte categorie di lavoratori.
Io credo che più se ne fanno meglio è, per conoscere quando questa infezione sia penetrata nel nostro Paese.
Il Covid-19, stando ai numeri dell’Oms, ad oggi ha contagiato più di tre milioni di persone e causato oltre 210 mila decessi.
Secondo stime di prestigiosi istituti di ricerca scientifica, questo numero andrebbe moltiplicato per 15 o per 20, portando il numero totale di casi nel mondo a 45-60 milioni.
Ovviamente se questo dovesse essere il numero reale si parlerebbe di un letalità intorno allo 0.3-0.5%, molto simile a quella della pandemia da H1N1 del 2009.
Cosa succederà durante il prossimo autunno?
Nessuno può saperlo, ma occorre essere pronti nei nostri ospedali, nei nostri laboratori, nelle nostre Rsa e sul territorio ad affrontare un’eventuale nuova ondata, che ci auguriamo sarà meno letale, aggressiva e virulenta di quella che sta passando.
In ogni caso, sono d’accordo con Anthony Fauci. Probabilmente SarsCov-2 diventerà un problema stagionale, con il quale dovremmo imparare a convivere.
Il primo tempo sta per finire ed è stato durissimo. Ora speriamo di riprenderci tutte le forze nell’intervallo e affrontare il secondo tempo più ordinati e consapevoli di vincere”.