
“L’obiettivo è la difesa della popolazione che da otto anni è oggetto di vessazioni e genocidio da parte del regime di Kiev”.
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin lo ha detto e ribadito chiaro e tondo: quando ha cominciato “l’operazione speciale” in Ucraina si riferiva alla popolazione del Donbass, vittima dei massacri e di ogni nefandezza da parte del regime ucraino (ricordo solo che Volodymyr Zelensky ha definito “eroi” i neonazisti del Battaglione Azov che da molti osservatori sono stati definiti delle “bestie”).
Però se oggi ascolti la Tv, dopo un po’ ti convinci che “l’Europa è accerchiata, la Russia vuole occupare i nostri territori, dobbiamo difenderci ora che l’America ritira i suoi soldati”.
Spegnete la Tv, smettete pure di leggere i giornali e accendete il cervello evitando di farvi abbindolare dalla propaganda.
La realtà è ben diversa: la Russia finora ha solo difeso territori in cui la popolazione russofona veniva uccisa e maltrattata e che a seguito di consultazioni ha deciso di separarsi dall’Ucraina per aderire alla Federazione Russa.
C’è riuscita senza colpo ferire in Crimea. E’ stato, anzi è molto più difficile nel Donbass, dove Putin è intervenuto militarmente quando si è reso conto che gli accordi di pace miravano solo a prendere tempo mentre gli abitanti in buona parte russi venivano uccisi e maltrattati.
Per questo è intervenuto Putin. Per porre fine al massacro dei russi nel Donbass.
Non c’è nessun tentativo russo di volere occupare la Polonia o attaccare altri Stati europei, come i Paesi Baltici, dove la popolazione russofona è considerevole, ma non è certo stata massacrata dalle milizie armate dei Governi democratici della Lituania, Estonia e Lettonia, né ha chiesto un referendum per tornare a far parte della Grande Madre Russia.
Anzi, i russi e i baltici continuano a convivere pacificamente e nessuno di loro ha chiesto aiuto a Putin, che non ha affatto e non ha mai avuto in mente di intervenire militarmente in un Paese della UE.
La corsa agli armamenti si basa quindi su una falsità bella e buona, ma la UE vuole andare in questa direzione.
Il risultato?
Con la corsa agli armamenti in Europa ci sarà, se non una guerra sul campo, una guerra fredda tra UE e Federazione Russa, che avrà come conseguenza miseria e povertà da entrambe le parti.
È questo che vogliamo? Prof. Paolo Becchi
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