Il leader del M5S Giuseppe Conte ha annunciato la sua decisione di non rinnovare il compenso di 300mila euro al fondatore del Movimento Beppe Grillo: “E’ responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale. Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile”.
La mossa attuale di Giuseppe Conte non è stata molto felice. A pochi giorni delle elezioni in Liguria, che rappresentano un importante test politico a livello nazionale, revocare il contratto al ligure Beppe Grillo può avere delle conseguenze negative sul M5S.
Chi lo vota sa che vota ormai un nuovo partito: il partito personale di Conte.
Altro che “costituente” come sostiene lui. In realtà, questo nuovo M5S è diventato soltanto un ricostituente di aiuto al Pd.
Conte prima ha fatto fuori Davide Casaleggio, poi Luigi Di Maio e ora non poteva che toccare a Grillo. C’è del metodo nel modo di lavorare dell’avvocato del popolo. Ora c’è il suo partito personale. Ma per fare che cosa? Dietro Grillo c’era un Movimento, dietro Conte c’è il nulla.
Comunque, i liguri sanno per chi votare se sono rimasti grillini: l’ex presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, che corre per Uniti per la Costituzione, un piccolo movimento creato dal nulla da un altro grillino ed ex senatore M5S, il consigliere comunale di Genova Mattia Crucioli. Prof. Paolo Becchi