Pace in Ucraina. Mentre a Riyad ci sono stati colloqui “positivi” e il presidente della Federazione Russa Vladimyr Putin vuole incontrare il presidente Usa Donald Trump, il tycoon oggi ha spiegato come la guerra sia stata “iniziata da Volodymyr Zelensky” e dal suo entourage di nazionalisti e neonazisti. Inoltre, tra le altre cose, Trump ha riferito che il presidente (non eletto democraticamente) ucraino “è un dittatore e un comico mediocre, non convoca elezioni e ha fatto un pessimo lavoro. Il suo Paese è in frantumi e centinaia di migliaia di persone sono morte inutilmente. In Ucraina ha un indice di consenso molto basso”.
Alla fine persino il presidente usa Donald Trump è costretto ad ammettere quello che i cosiddetti filo putiniani dicono da sempre. E cioè che la guerra l’ha provocata Volodymyr Zelensky.
Trump non fa altro che ripetere quello che poco prima aveva detto Silvio Berlusconi. Se fosse ancora vivo si sarebbero intesi subito.
Ora però per il comico-presidente ucraino si mette male: il dittatore, anche per Trump, non è Vladimir Putin, ma Zelenski, che ormai è privo di qualsiasi legittimità.
Infatti, se ci fossero libere elezioni in Ucraina non lo voterebbe più nessuno. Il suo destino è segnato. Così come è al contempo segnato il destino della UE.
Trump sta asfaltando tutto e tutti. Ha capito quello che i dem non avevano capito. Ossia che il pericolo viene dalla Cina ed è meglio evitare che russi e cinesi si intendano: da qui la ripresa dei rapporti con la Russia e la fine di una guerra balorda che con Trump al potere non ci sarebbe mai stata.
E da noi? Sulla guerra in Ucraina aveva ragione Matteo Salvini sin dall’inizio. E ha fatto bene con il suo silenzio a far capire che non condivideva il discorso del presidente Sergio Mattarella a Marsiglia.
In ogni caso, quello che sta succedendo con Trump è una grande rivoluzione nel mondo intero. Forse nessuno se lo aspettava, per lo meno non nelle proporzioni che sta sta assumendo il cambiamento.
In fondo è il ritorno del sovranismo dopo la pausa della pandemia e la guerra in Ucraina. Questo ritorno avrà inevitabilmente delle ripercussioni in Europa. Già nei prossimi giorni con il voto in Germania lo vedremo. Prof. Paolo Becchi
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