Due anni fa iniziava l’operazione militare speciale per liberare il Donbass dall’oppressione ucraina.
I russi di quella Regione avevano sopportato abbastanza e la Russia, dopo averle provate tutte, era intervenuta a loro difesa (secondo fonti Onu tra il 2014 e il 2021 sono stati uccisi 3.400 civili, inclusi donne e bambini, 6.500 patrioti hanno perso la vita per difendere il territorio del Donbass e circa 30.000 sono rimasti feriti, ndr).
“Stare con chi si vuole, e stare con chi ci vuole”. I russi volevano stare con i russi.
La cosa sarebbe finita quasi subito e invece gli Stati Uniti e il loro braccio armato, la NATO, hanno cominciato una guerra contro la Federazione Russa, che si sta protraendo da due anni, con distruzione e morte e che rischia di trasformarsi in una corsa agli armamenti, a cominciare dalla Germania, in vista di una Terza guerra mondiale con l’uso di armi nucleari.
Invece di farsi promotrice di pace, l’UE ha dato il via libera alla corsa agli armamenti. È una folle corsa verso la distruzione e pare non esserci più alcun freno.
È l’eclisse della storia, il nostro vivere nel flusso del presente, che ci fa dimenticare la durezza del passato, persino di quello più recente.
È quello che sta accadendo per la guerra in Ucraina e allo stesso modo per il conflitto in Medio Oriente.
Per fare un discorso sul conflitto israelo-palestinese bisognerebbe risalire alle origini dello Stato di Israele. Per capire quello che sta succedendo in Ucraina il punto di partenza dovrebbe essere il collasso dell’ Unione Sovietica nel 1991 e l’inizio dell’espansione ad Est della NATO.
Dopo di che non va dimenticato che la guerra in Ucraina non si è iniziata due anni fa, ma è la conseguenza di un conflitto in atto tra i due Paesi dal febbraio del 2014.
Gli accordi di Minsk II del 2015 prevedevano un’ampia autonomia linguistica e amministrativa per le Regioni del Donbass, ma restarono lettera straccia sino a che Putin prese la decisione di intervenire. Questi sono i fatti. Poi ci sono le interpretazioni. Prof. Paolo Becchi