Lega quo vadis? L’elezione del senatore Massimiliano Romeo a segretario della Lega Lombarda, con un mare di applausi al Congresso regionale di ieri a Milano, non era scontata e Matteo Salvini solo all’ultimo ha preso la decisione giusta di non andare alla conta con il suo candidato e di farlo ritirare.
Sarebbe stata una lacerazione in un momento difficile.
Salvini, nell’attesa del giudizio del tribunale che lo attende il 20 dicembre a Palermo per il caso Open Arms, può tirare un sospiro di sollievo e contare sulla compattezza del partito.
Ma Romeo nel suo lucido intervento ha posto il nodo che il congresso generale dovrà sciogliere. Dove vuole andare la Lega? Vale ancora il progetto di una Lega nazionale?
È un nodo non facile da risolvere, ma continuare a far finta che non esista non aiuta.
Romeo lo ha fatto capire con grande lucidità, lanciando l’allarme: se continua così perdiamo il Nord.
Posso aggiungere che se la Lega perde il Nord viene meno il senso della sua stessa esistenza.
E allora? Invece di nascondere la testa sotto la terra bisogna fare analisi politica, partendo da un fatto che è difficile da digerire, ma che è oggettivamente evidente.
Il partito della nazione, alla fine, lo ha realizzato Meloni.
Lo so, è dura ingoiare il rospo. Ma è così.
Allora, senza abbandonarlo, il progetto va mantenuto sullo sfondo e, nello stesso tempo, deve di nuovo ritornare in primo piano proprio il Nord.
Romeo è la persona giusta per rilanciare la Lombardia e il progetto autonomista. Prof. Paolo Becchi