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Becchi: Non ti vaccini? Muori. Non ti riarmi? Muori. Ci governano con la paura

Kant col Green pass, un nuovo libro del Professor Paolo Becchi
Prof. genovese Paolo Becchi (foto di repertorio fb)

Ci governano e si legittimano con la paura delle “emergenze”.

Secondo la formula resa celebre da Carl Schmitt, sovrano è chi decide sullo stato di eccezione.

Questo meccanismo, per Schmitt, aveva in fondo due, e solo due, possibili varianti.

Una “conservatrice”: il sovrano è chi decide se uno stato di eccezione esiste, ed allora interviene sospendendo il diritto per poter ripristinare un ordine.

L’altra, “costituente”, diremmo: il sovrano decide, cioè, sull’eccezione, vuole rimediare al caos, instaurando un nuovo ordine da zero.

Nei nostri tempi siamo però di fronte a un nuovo tipo di stato di eccezione.

Lo stato di eccezione non sembra più, infatti, essere ciò che viene dichiarato per poter essere superato, per dar vita a un nuovo ordine, quanto, piuttosto, per divenire esso stesso l’ordine, la situazione di normalità nella quale dobbiamo vivere.

Lo stato di eccezione diventa esso stesso, cioè, lo stato normale che si presenta sotto la forma della perenne emergenza.

È per questa ragione che i nostri Governi non sembrano avere altro scopo che quello di gestire le emergenze: un’alluvione, un terremoto, il crollo di un ponte, il cambiamento climatico, un’epidemia, un attentato terroristico, una guerra, una grande immigrazione, una crisi energetica, emergenze che si susseguono l’una dopo l’altra, o a volte persino coesistono tra loro, e che in questo modo divengono i fatti di una nuova “normalità”.

I fenomeni da cui scaturiscono le emergenze sono reali, negare l’esistenza del coronavirus sarebbe tanto assurdo quanto negare l’esistenza della guerra in Ucraina, ma l’abilità dei Governi consiste nel costruire una narrazione su ciascuna “emergenza” per continuare a legittimarsi attraverso di esse.

E’ questo il nuovo “metodo” di governo. Il suo successo o insuccesso dipende esclusivamente da questo, dal sapere gestire emergenze ottenendo il consenso della popolazione.

Gestire un’emergenza dal punto di vista del governo, non significa riportare la situazione in condizioni di normalità nel più breve tempo possibile. Tutt’altro.

L’emergenza è normale e al contempo aiuta a modificare la normalità esistente.

Ecco perché si tratta di un nuovo tipo di emergenza, appunto. L’emergenza va utilizzata per modificare la normalità, per creare una nuova normalità. Bisogna, insomma, saper approfittare delle emergenze, “governarle”.

Naturalmente, in caso di eventi come la pandemia da coronavirus occorrerà in particolare monitorare la curva della mortalità totale, cercando di indirizzarla verso l’obiettivo terapeutico che il governo intende raggiungere.

Ad esempio, una diminuzione costante della popolazione, sulla base dell’“idea” che siamo in troppi sul pianeta (diminuzione già per altro in atto in Europa) potrebbe essere ulteriormente agevolata da nuove epidemie, dall’uso di vaccini imperfetti, ma non soltanto da questo.

Guerre e carestie possono contribuire a raggiungere lo stesso scopo.

Nascere, vivere e/o morire non sono più eventi naturali, ma costruzioni artificiali del governo che con l’aiuto di “comitati tecnici” ieri si occupavano di chiudere in casa gli esseri umani per evitare il propagarsi del contagio di un virus costruito in laboratorio e domani si occuperanno eventualmente del coprifuoco e dell’invio di soldati al fronte, cercando con l’aiuto dei “nuovi esperti” in televisione e sui giornaloni di convincere la popolazione della necessità delle nuove misure emergenziali, come hanno già fatto in precedenza con l’emergenza sanitaria.

E il governo può farlo utilizzando qualsiasi mezzo.

Il fine non è la salute, non lo è mai stata durante la pandemia, e neppure il benessere dei cittadini, che certo verrà messo in discussione dal riarmo e dalla guerra.

Pandemia e guerra sono soltanto mezzi.

Come con la pandemia, nonostante i vaccini, non c’è stata l’apocalisse, così con la guerra non ci sarà alcuna devastazione nucleare.

Il fine non è (ancora) la distruzione della specie umana, ma il controllo delle popolazioni che dovranno adattarsi a sempre nuove emergenze.

Ieri con la mascherina e la vaccinazione obbligatoria, domani con l’elmetto e il richiamo obbligatorio alle armi.

Questo fine, il controllo, giustifica qualsiasi mezzo. L’uso di un virus, come l’uso della guerra.

L’emergenza è un meccanismo ambiguo.

Quando diciamo che il Governo decide sull’emergenza, tendiamo a pensare qualcosa del tipo: si è verificata un’emergenza, e il governo decide quali mezzi adottare per farvi fronte.

In realtà, a ben vedere, il Governo decide, anzitutto, se l’emergenza si è verificata, se, cioè, la situazione presente è qualcosa che deve essere considerata un’emergenza.

Questo non significa negare che, nel febbraio del 2020, in Italia non si stesse diffondendo il virus, che gli ospedali stessero entrando in crisi, etc.

Ma significa che ciò che il Governo ha deciso, allora, prima ancora che i mezzi da adottare, è che quella era una “emergenza”, che quella situazione dovesse, cioè, essere affrontata come un’emergenza.

Ed è a quel punto che tutto è divenuto “emergenziale”: lockdown prima e vaccino dopo hanno segnato le nostre vite.

Con il vaccino ci si può di nuovo muovere? Sì, ma ad una condizione: che tutti si vaccinino.

E chi non si vaccina deve essere punito non tanto perché ha rifiutato di farsi inoculare ma perché disobbedendo non ha riconosciuto l’emergenza, che è il nuovo modo in cui si esprime oggi il potere sugli uomini.

La stessa cosa sta ora avvenendo per la guerra.

Siamo di nuovo in “emergenza”. Per la verità non ne siamo mai usciti, è solo mutata la sua forma.

E non è più l’Ucraina da difendere fino alla vittoria totale, sino al recupero della sua sovranità territoriale. Siamo noi ora che ci dobbiamo difendere dai russi, che dopo avere invaso l’Ucraina adesso invaderanno anche l’Europa.

È questa la nuova narrazione, è questa la nuova emergenza. Difendersi dall’imminente invasione sovietica (sic!), anche se i soviet non esistono più, e la Russia non ha alcuna intenzione di invadere la Polonia.

A ben vedere, nella logica emergenziale non c’è niente di nuovo.

Non ti vaccini? Muori o fai morire. Non ti riarmi? Muori o fai morire.

Che il vaccino abbia fatto anche morire, che le armi siano fatte per uccidere sono dettagli. Il vaccino ha sconfitto il virus, le armi sconfiggeranno i russi, questo è quello che conta.

La stessa logica che è stata alla base dell’emergenza sanitaria viene ora applicata alla nuova emergenza: la guerra.

Certo, poi verrà anche la pace, e allora torneremo a parlare dell’emergenza climatica, ma al momento c’è l’ emergenza bellica e chi è contro la guerra verrà trattato esattamente come i no vax al tempo dei vaccini, “disertori” che andrebbero fucilati in piazza.

Questo è oggi il nuovo volto del potere. Ma dove c’è potere, da sempre, c’è anche resistenza. Prof. Paolo Becchi

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