Oggi è la Giornata internazionale della Donna e io vorrei ricordare una giovane donna, di soli diciotto anni, morta nella mia regione, la Liguria, a causa del vaccino anti Covid: Camilla Canepa, un fiore in vita.
Una vita spezzata troppo presto e non per un colpo di vento troppo forte, ma per l’inoculazione di un tipo di vaccino, consigliato allora proprio per i giovani.
A 18 anni morta dopo vaccino anti-Covid: medici indagati per omicidio colposo
Dopo la sua morte come non ricordare i giornali locali a dire che la studentessa di Sestri Levante aveva chissà quale malattia o prendeva la pillola. Il vaccino non c’entrava. Infami, ma per fortuna quei giornali ormai non li legge più nessuno.
Poi l’autopsia, e già quella che viene negata a quasi tutte le morti improvvise, e il verdetto era chiaro. La ragazza era sana come un pesce: “Non aveva alcuna patologia pregressa e non aveva preso alcun farmaco”. La morte era dovuta al vaccino anti Covid.
Soltanto ora la Procura di Genova chiude le indagini preliminari e indaga 4 medici per omicidio colposo e falso ideologico (più uno soltanto per falso ideologico). Ma attenzione: non per il vaccino, ma perché non avrebbero fatto tutti gli accertamenti previsti per diagnosticare la trombosi.
Ecco trovato il capro espiatorio. I medici che sono stati negligenti e tutti gli altri, come l’allora Ministro della Salute, salvi.
È morta non per via del vaccino, ma per via della trombosi, che questa sia stata causata dal vaccino è irrilevante. È questa giustizia secondo voi? Prof. Paolo Becchi