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Becchi: quello che sta succedendo non è giustizia, ecco perché difendo Toti

Giovanni Toti (foto d'archivio)

Ci sono persone che non capiscono perché in diversi articoli ho difeso Giovanni Toti e continuo a farlo.

L’argomento è banale: ci ha chiuso per mesi in casa, che ci stia ora un po’ lui. Scusate, ma non condivido questo modo di pensare.

Certo, il governatore ligure è da criticare per tutto quello che ha fatto durante la pandemia da coronavirus e durante la vaccinazione anti Covid, anche se ci sono persone che hanno molte più responsabilità di lui e a loro non è successo niente.

Però quello che sta succedendo a Toti lo vedo come una forma di accanimento giudiziario e io non lo posso tollerare.

Se ha sbagliato sia giudicato, sulla base delle nostre leggi, ma costringerlo a dimettersi per poter di nuovo uscire di casa è un ricatto bello e buono, come lo era il vaccino per poter fare un sacco di cose e persino lavorare. Questa logica non ha niente a che fare col diritto. E si crea un pericoloso precedente.

Non credo che tutto quello che sta succedendo abbia a che fare con la giustizia. Non credo che i giudici debbano decidere chi debba governare la Liguria. I cittadini con il loro voto avevano scelto Toti, ora i magistrati in pratica si sostituiscono alla volontà popolare, come anche il giurista ed ex giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese di recente ha ammesso.

Dopo il diniego alla revoca dei domiciliari per Toti anche da parte del Tribunale del Riesame ora c’è ancora da attendere l’esito del (prossimo) ricorso in Cassazione, che indicativamente dovrebbe esprimersi intorno a settembre o a ottobre.

Tuttavia, questi fatti gettano una lunga ombra sull’operato della magistratura, tanto più che Toti ha dichiarato che non si presenterà per un terzo mandato e dunque non si vede per quale ragione si debba mantenere la misura cautelare nei suoi confronti. Prof. Paolo Becchi

Giudici Riesame seguono i pm: Toti resti ai domiciliari. Ora ricorso in Cassazione

Ecco la lettera integrale di Toti: sarà giustizia, ma non la percepisco come tale