“Come può uno scoglio arginare il mare…”. Per il prof. genovese Paolo Becchi ieri si è iniziata la “rivoluzione sovranista che parte dal cuore dell’Europa”.
Oggi sul quotidiano Libero e sui social network, il docente ordinario di Filosofia del Diritto e politologo (attualmente ascoltato da Matteo Salvini e in passato da Roberto Casaleggio e Beppe Grillo) ha interpretato così la nascita del nuovo governo Lega-M5S.
“Ci hanno provato in tutti i modi e usando tutti i mezzi – ha spiegato il prof. Becchi – ma alla fine hanno dovuto cedere. Il nuovo comincia, finalmente, a nascere. E nasce, in Italia, con la prima vittoria del ‘sovranismo’, di un ‘sovranismo’ i cui effetti si ripercuoteranno, presto o tardi, in tutta Europa. Ciò, sia chiaro, indipendentemente da tutti gli ostacoli che si presenteranno.
Perché quel che conta è che il vecchio mondo non tornerà più, le sue categorie sono definitivamente tramontate. La svolta è epocale. Per usare la terminologia di Thomas Kuhn e applicarla alle scienze sociali si potrebbe dire che è avvenuto ‘un cambiamento di paradigma’.
A cominciare dalla politica interna: il ‘contratto’ di governo tra il M5S e la Lega, firmato dai due leader, segna la fine delle vecchie forze politiche, che sono destinate, semplicemente, a scomparire. Nel giro di pochi anni, non esisterà più Forza Italia, non esisterà più neppure il Partito democratico, andremo verso un nuovo sistema politico – tendenzialmente bipolare – in cui a determinare gli equilibri e gli schieramenti tra le forze non sarà più l’opposizione ‘destra/sinistra’, ma quella tra sovranismo e mondialismo.
TERZA REPUBBLICA.
Il nuovo governo, inoltre, pone fine al ‘colpo di Stato permanente’ cominciato con il governo Monti e segna al contempo l’inizio alla Terza Repubblica.
Una Repubblica che con il successo elettorale della Lega al Nord e quello del M5S al Sud, e oggi anche col nuovo governo giallo-verde espressione del voto popolare, è finalmente unita.
Dall’incontro di queste due forze diverse nasce una forma di sovranismo inedita, che può forse funzionare davvero come un laboratorio politico per il resto d’Europa: una forma di sovranismo popolare che coniuga e articola insieme un sovranismo di tipo identitario (Lega) con un sovranismo sociale (M5S), la rivendicazione dell’identità culturale della nazione e la centralità del lavoro.
Non è casuale che i due leader siano andati a ricoprire rispettivamente il ruolo di Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e quello di Ministro degli Interni. Prioritaria diventa dunque la difesa dell’interesse nazionale e dei diritti sociali dei cittadini, dopo anni di sudditanza alla Ue e di macelleria sociale.
Svolta importante anche nella politica estera: per la prima volta, una coalizione sovranista governa uno dei sei Paesi che hanno fondato l’Europa, come la conosciamo oggi.
Non siamo più di fronte ad una reazione alle politiche europee che proviene dalle ‘province’ (penso in particolare all’Ungheria): oggi il sovranismo si è conficcato nel cuore dell’Unione europea, e provocherà, presto o tardi, un terremoto in tutta l’Europa.
Nell’epoca della globalizzazione, che doveva realizzare il ‘tramonto’ degli Stati-nazione, scopriamo di nuovo che la sovranità non è affatto morta: essa, al contrario, sia pure trasformata, si riafferma, dando nuova vita proprio agli Stati nazionali e ai popoli che li costituiscono.
L’INTERNAZIONALE.
È chiaro: politica interna e politica estera non procedono separate, indipendenti l’una dall’altra. Per questo le forze sovraniste, se vogliono consolidarsi in Italia, hanno bisogno, allo stesso tempo, di consolidarsi in Europa, di minare i meccanismi che oggi assicurano la stabilità dell’asse franco-tedesco. L’Italia dovrà, necessariamente, porsi alla guida di una ‘Internazionale sovranista’, di una coalizione che comprenda i popoli e le forze politiche che stanno, oggi, lottando per un’Europa diversa in un nuovo ordine mondiale multipolare.
La prima prova è già alle porte: le prossime elezioni del Parlamento europeo, tra un anno esatto. Se questo movimento nazional-popolare non si arresterà, una ‘Internazionale sovranista’ potrà lottare per prendere il controllo dell’Assemblea dell’Unione, del suo unico organo a elezione diretta.
Forse sono troppo ottimista e non avverrà subito tutto ciò: il governo M5S-Lega stenterà ad affermarsi, e purtroppo parte anche con un nome inserito in un Ministero importante per volontà del Presidente della Repubblica, un nome che rappresenta una pesante eredità del passato.
È può anche essere che il prossimo Parlamento europeo continuerà a reggersi ancora sui vecchi partiti. Ma si tratterà eventualmente solo sconfitte provvisorie, necessarie per far maturare questo movimento, che è già, ormai – come avrebbe detto Hegel – la nuova realtà della Weltgeschichte, della storia universale.
Alla fine vincerà per il semplice fatto che ha già vinto, che ha già reso passato il passato. Le élites globaliste che hanno governato in Italia, in Europa e nel mondo contro i popoli che abitano la terra possono solo cercare di rallentare questo processo, ma non potranno più fermarlo. Un’ altra Italia è possibile, un’altra Europa anche. La rivoluzione sovranista è iniziata”.