No all’invio di armi in Ucraina, sì alla pace. Sono mesi che anche il prof. genovese Paolo Becchi invoca di non armare più il regime di Kiev contro i russi, che sono intervenuti per difendere l’autonomia del Donbass dagli ucronazisti e nazionalisti del Governo Zelensky, i quali hanno attaccato il territorio violando gli accordi di pace di Minsk e commettendo uccisioni, torture e violenze di ogni genere.
Ora il prof. genovese torna a chiedere, con forza, pure al Governo Meloni, lo stop all’invio delle armi all’Ucraina e il dirottamento di quei fondi in aiuto al popolo dell’Emilia Romagna, colpito dalla tragica alluvione.
“E se i 12 miliardi di euro destinati alle armi in Ucraina – ha dichiarato su Twitter il prof. Becchi – li utilizzassimo per la messa in sicurezza del territorio e per le famiglie italiane colpite dall’alluvione?”.
Diversi i commenti dei lettori sul social network a sostegno della lodevole idea del Prof. Becchi.
“Puro buonsenso”; “Elementare, Watson!”; “Non si può! È una idea troppo intelligente”. “Sei matto? Vuoi che diventiamo un paese normale governato con saggezza?”; “Sarebbe troppo logico e razionale. Concetti che il mondo del 2023 non riconosce più. Facciamo tutto ad cazzum”; “Troppo facile fare la cosa giusta. Devono, come sempre, complicarci la vita”; “Quello che un serio Governo dovrebbe fare, ma siccome Meloni ha preferito appiattirsi a Biden, NATO e VdLeyen, addirittura superando quest’ultima in quanto infervorata per il guitto ucraino, i miliardi dei contribuenti li spenderà per incentivare la corruzione che avanza a Kiev”.