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Becchi: Toti ai domiciliari è intollerabile arbitrio, una sconfitta se si fosse dimesso

Toti autorizzato ad incontrare esponenti politici
Governatore ligure Giovanni Toti (foto di repertorio fb)

Come già scritto in altre occasioni, le dimissioni del governatore Giovanni Toti, eletto democraticamente e massimo rappresentante del popolo ligure, adesso sarebbero state una sconfitta su tutta la linea.

Giusto, quindi, che il lavoro della giunta regionale vada avanti per lo sviluppo della Liguria nonostante il presidente, da martedì 7 maggio, sia stato messo agli arresti domiciliari per corruzione elettorale per presunti fatti del 2020-21.

Nei giorni scorsi la gip del Tribunale di Genova ha negato la revoca degli arresti domiciliari, anche se non appare che sussistano attuali e concrete condizioni per mantenere tali esigenze cautelari.

In ogni caso, adesso c’è da aspettare l’esito del ricorso presentato al Tribunale del Riesame e poi, eventualmente, quello alla Corte di Cassazione.

Soltanto alla fine di questi procedimenti, nel caso fosse confermata la discutibile misura cautelare e il governatore non venisse liberato, allora Toti e il centrodestra potrebbero prendere in considerazione l’ipotesi delle dimissioni.

La cosa che più sconcerta in tutta questa vicenda è l’uso degli arresti domiciliari, che a questo punto potrebbero durare all’infinito, considerati i tempi lunghi per il processo.

Questa non è giustizia, ma arbitrio. Nel paese di Beccaria e Filangieri tutto ciò è intollerabile.

Ho criticato Toti per tutto quello che ha detto e fatto durante l’emergenza coronavirus, ma la politica è una cosa, le garanzie che dovrebbero essere date a ogni cittadino in attesa di un eventuale rinvio a giudizio e poi del processo valgono anche per lui. Prof. Paolo Becchi