Sembra che il passato non passi. E quando non sappiamo dove andare torniamo sempre lì. Le occasioni non mancano mai: uno scrittore che cerca di aumentare un po’ la sua visibilità, una giornalista che si vuole vendicare per un presunto torto subìto e il gioco è fatto. È la ciliegina sulla torta dopo che un prof emerito è stato querelato dal Presidente del Consiglio per una botta di neonazismo.
Insomma, sta tornando il ventennio? E quindi inevitabilmente anche il nuovo antifascismo?
Che nel partito della Presidente del Consiglio ci siano i nostalgici del Duce è difficile negarlo, persino il simbolo del partito rinvia a quella eredità e Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di cambiarlo.
E sbaglia perché in questo modo il suo partito non diventerà mai il partito della nazione ma resterà sempre il partito di una parte contro l’altra.
Al momento ha certo la maggioranza, ma avrà in questo modo sempre una parte contro e i rapporti di forza possono cambiare.
Ci attende un referendum sul premierato e la discussione non sarà sul premierato ma sul ritorno del Duce. Vedremo come andrà a finire, sappiamo però come Renzi nel muro contro muro è andato a finire.
Ma torniamo al tema del fascismo. È evidente che quello che sta succedendo è tutta una farsa.
Il fascismo fu una tragedia, ma quello a cui oggi assistiamo è una farsa, come una farsa è l’antifascismo odierno, un’arma spuntata di chi privo di nuove idee politiche ritorna alle vecchie.
Entrambi fascismo e antifascismo sono due calvi che si contendono l’uso di un pettine. Oppure due nostalgici che si contendono l’uso dei ricordi.
Ma allora non c’è pericolo di un ritorno del fascismo?
Dipende da quello che si intende per fascismo: se per fascismo non intendiamo un fenomeno storico determinato ma quell’atteggiamento politico che mira a impedire agli individui di vivere liberamente, di pensarla diversamente, questo atteggiamento lo troviamo oggi tanto nei fascisti che tappano la bocca a persone che peraltro parlano dappertutto, quanto negli antifascisti che hanno confinato in casa milioni di italiani, ne hanno fatto bruciare nei forni crematori un certo numero e po li hanno costretti ad una sperimentazione farmacologica sui loro corpi.
È questo oggi il fascismo degli antifascisti, forse il vero fascismo perché l’altro nostalgico è solo una farsa.
Se poi per fascismo intendiamo quell’atteggiamento politico che tra guerra e pace preferisce la guerra allora oggi tra fascisti e antifascisti non c’è alcuna differenza perché entrambi vogliono la guerra. Prof. Paolo Becchi