“Ci sono volute un po’ di ore per metabolizzare quanto abbiamo letto in merito all’abbandono dall’azienda di Luciano Benetton, uno dei fondatori dell’omonimo colosso. Parole di commiato rilasciate quasi in veste immacolata e commossa al giornalista che lo incalza teneramente nel richiedere un dettagliato racconto. Ci sono volute un po’ di ore prima di rispondere, perché il primo istinto di penna sarebbe stato greve”.
Lo ha dichiarato oggi Egle Possetti, presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, commentando le notizie sull’addio di Benetton all’azienda di famiglia (un buco da 100 milioni di euro) che controllava anche Autostrade per l’Italia e, per i famigliari delle vittime, uno die principali responsabili del tragico crollo del 14 agosto 2018 in cui persero la vita 43 persone.
“Ha dovuto sopportare la tragedia? Siamo allibiti e schifati. Per lui nessuna pietà.
Ancora una volta alcuni giornalisti pendono dalle labbra di una persona di questa famiglia di cui ormai abbiamo conosciuto le peculiarità.
In Patagonia sono ormai note le gravi difficoltà con gli Indios Mapuche, sono meno note le difficoltà con la rete di vendita del loro marchio e le grandi proteste che si sono sollevate negli anni, infine, ma non da ultimo, la loro forte presenza come azionisti di maggioranza nella nostra vicenda, azionisti che hanno ottenuto per anni ed anni enormi utili, ‘senza che avessero piena coscienza dei metodi utilizzati’, sembra di avere capito.
Adesso spunta anche che il signor Luciano:…ha dovuto persino sopportare la tragedia del Ponte Morandi…”.
Siamo senza parole, siamo allibiti, siamo schifati, lui ha dovuto sopportare?
C’è molto rispetto per le persone anziane in noi, per quelle che soffrono, che hanno perso un nipote, un figlio, una famiglia intera, per coloro che vivono di stenti, magari soli….. Ma per questi anziani come il signor Luciano non può esserci umana pietà, non è umanamente possibile provare pena, noi percepiamo solo un groviglio alle budella.
In questa famiglia si sono sempre fidati di tutti gli amministratori, che li hanno tutti ‘tristemente gabbati, ma basta! Non sono imprenditori brillanti allora, si potrebbe dedurre, altrimenti non sarebbero stati così incauti, forse noi non capiamo nulla di imprenditoria, però abbiamo la certezza che non tutti gli imprenditori siano così, e ne siamo enormemente sollevati, anche per l’economia del paese, se tutti si facessero ‘gabbare’ sarebbe un vero disastro.
Sono ormai anni che cercano in tutti i modi di santificarsi, di far riflettere nuovamente la loro aureola di buoni imprenditori che per anni hanno avuto sul capo, ma non è più tempo ormai, le carte sono in tavola e sono scoperte.
Sarebbe interessante capire dove siano finiti i fondi di bilancio spariti, sarebbe interessante capire se di fondi ne siano spariti altri, se ci siano società in perdita e quali siano i reali motivi. Ma questa è un’altra storia”.