Nel 2020 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno proseguito l’attività preventiva in Liguria incrementando, rispetto all’anno precedente, l’attività di controllo e vigilanza alle aree archeologiche, monumentali e paesaggistiche (+70%).
Lo hanno riferito oggi i responsabili del nucleo dei carabinieri di Genova.
Sono stati 5.300 i beni culturali sottoposti ad accertamenti fotografici attraverso la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC di Roma.
Si tratta, principalmente, di opere d’arte poste in vendita da privati attraverso case d’asta o siti internet e beni documentati dall’Ufficio Esportazione della Soprintendenza di Genova.
L’attività dei Carabinieri del TPC ligure ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di 85 persone (+60% rispetto al 2019), resesi responsabili di violazioni del codice penale e delle norme che tutelano il patrimonio culturale nazionale (Codice dei beni culturali e del paesaggio D.Lgs 22 gennaio 2014, n.42): 56 i denunciati per reati contro il paesaggio mentre i rimanenti risultano aver ricettato beni culturali, violato norme relative alla contraffazione di opere d’arte o riguardanti il settore dei reperti archeologici.
Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare 33 beni per un valore complessivo stimato in circa 200.000 Euro.
Grazie all’impegno dei carabinieri, nell’anno in riferimento si sono verificati solamente 9 furti d’arte di cui 3 in danno di luoghi di culto.
Tra le operazioni di servizio più significative concluse lo scorso anno, se ne segnalano alcune di rilievo.
Il recupero, nella provincia di Imperia, di due dipinti, olio su tela, raffiguranti “Assunzione” e “Natività”, entrambi della fine del ‘500, attribuibili alla bottega di Andrea Mainardi, trafugati nel febbraio 1993 in danno di un privato della provincia di Cremona ed individuati presso una casa d’aste del ponente ligure. Le opere sono state restituite al legittimo proprietario nello scorso mese di marzo grazie alle circostanziate indagini che hanno accertato penali responsabilità in capo a diversi soggetti.
Il valore commerciale complessivo delle opere si aggira intorno ai 12.000 euro.
Il recupero, nella provincia della Spezia, di un’acquasantiera in marmo, risalente al XV – XVI secolo, rubata nel settembre 1999 dalla Parrocchia di San Siro di Struppa a Genova in esito ad attività investigativa scaturita dal controllo del mercato “e-commerce”.
Il suo valore commerciale è quantificabile in quasi 7.000 euro.
Il recupero, nella provincia di Imperia, del dipinto, olio su tela, del XVII secolo, raffigurante “Cristo alla colonna”, del valore commerciale di 6.000 euro, rubato nell’ottobre 1972 dall’interno di un negozio di antiquariato a Roma ed individuato in asta ligure.
Il bene è stato restituito all’erede del defunto denunciante.