Sul suo profilo Fb aveva ammesso, anzi si era vantato di essere “affidabile” per George Soros facendo scoppiare un mare di polemiche. Oggi lo spezzino Brando Benifei (Pd) è stato premiato come parlamentare europeo dell’anno per il 2018 dal prestigioso The Parliament Magazine “per il lavoro da lui svolto nell’ambito delle politiche europee per l’occupazione e gli affari sociali”.
Selezionato tra i finalisti per il terzo anno consecutivo, Benifei quest’anno è l’unico eurodeputato italiano ad aver ricevuto il premio, motivato dalla giuria con il suo impegno nella lotta alla disoccupazione giovanile, per lo sviluppo delle nuove competenze nel campo digitale e per i diritti delle persone con disabilità.
“Faccio i miei complimenti al nostro eurodeputato – ha dichiarato il segretario regionale del Pd e neo senatore Vito Vattuone – si tratta certamente di una bella soddisfazione per il Partito Democratico della Liguria e il riconoscimento importante di un impegno e di una presenza costante che come partito ligure noi tutti conosciamo e sosteniamo. Il Pd riparte a tutti i livelli dal lavoro fatto insieme e dai progetti che mettiamo in campo per il futuro”.
“Sono contento e anche positivamente sorpreso da questo riconoscimento – ha aggiunto Benifei – in questi anni ho cercato di fare ciò per cui sono stato votato dai cittadini, a partire dallo studio dei dossier e dalla proposta di interrogazioni ed emendamenti alle norme per venire incontro alle questioni che mi venivano poste, in primis dai territori che rappresento e quindi prima di tutto dalla Liguria. Per quanto riguarda i temi del lavoro e del sociale per cui sono stato premiato, non ho mai fatto mancare un sostegno a imprese, sindacati, scuole, associazioni di categoria e giovanili che mi abbiano chiesto una mano con i fondi europei e proseguirò aprendo a breve un point per le opportunità europee nella mia città”.
Commentando la lista dei 226 europarlamentari ritenuti “amici” e “affidabili” da George Soros, nel novembre scorso Brando Benifei aveva dichiarato su Fb: “Dato che molti chiedono a me e ai miei colleghi coinvolti cosa sappiamo di questa faccenda scrivo due righe al riguardo: una giornalista ha ripubblicato una lista uscita circa due anni fa contenente i nomi dei parlamentari europei considerati ‘amici’ dalla fondazione Open Society di Soros, fra cui il mio e quello di colleghi del Pd e dei partiti della sinistra fuori dal Partito Democratico.
Già quando uscì l’elenco a suo tempo iniziò una campagna stampa dei giornali della destra per dire che eravamo i servi del magnate ebreo eccetera che manco un bollettino del fascismo, adesso è stato ripubblicato qualche articolo.
Ci tengo a chiarire che a) nella lista ci sono poco meno di un terzo di tutti i parlamentari europei, perché per esempio per difendere la Central European University di Budapest da Orban molta parte del Parlamento Europeo si è unita alla campagna sostenuta proprio da Open Society
b) essere associato a un’organizzazione che si impegna a livello internazionale per i diritti di molte categorie vulnerabili come i rifugiati, i disabili, le donne che decidono di abortire, gli incarcerati per le loro idee politiche mi fa solo piacere c) la motivazione per cui sono stato inserito nell’elenco e associata al mio nome, cioè l’impegno per i diritti umani in Europa e nel vicinato europeo, per me è solo motivo di vanto
d) è un fatto che la fondazione di Soros si occupa in larga misura di diritti civili e di battaglie ‘liberali’ e molto meno di diritti sociali e del lavoro che sono più al cuore dell’impegno di molti di noi, ma senza libertà non penso ci sia neanche il progresso sociale perciò sono contento che specie in contesti difficili come quello di alcune parti dei Paesi dell’est europeo ci sia una realtà del genere che si impegna a sostegno di determinati valori e politiche”.
Benifei e Cofferati camerieri di Soros a Bruxelles? Pucciarelli: roba da denuncia