Dal 11 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020 Genova ospita la mostra monografica di Bernardo Strozzi: “Bernardo Strozzi (1582-1644). La conquista del colore”.
L’allestimento composto da oltre quaranta opere di cui una quindicina mai esposte è promossa dall’Associazione Palazzo Lomellino di Strada Nuova Onlus e curata da Anna Orlando e Daniele Sanguineti.
Si tratta di un evento unico e straordinario perché permette di ammirare le opere di Bernardo Strozzi all’interno delle sale del Palazzo da lui stesso affrescate e di un prezioso lavoro anche dal punto di vista scientifico come racconta la curatrice della mostra Anna Orlando e frutto di una ricerca di archivio durata diciotto mesi in oltre quindici archivi, con la collaborazione di Agnese Marengo, che ha portato alla luce importanti scoperte sull’artista genovese, il suo vero nome, nuovi dati sulla sua vita e sulla sua carriera.
Palazzo Lomellino, la dimora privata di Strada Nuova, costruita a partire dal 1563, trasmette alla perfezione il senso scenografico e teatrale dei capolavori di Bernardo Strozzi, offrendo così alla città un significativo stimolo culturale in un momento storico in cui si tenta di uscire da un dramma collettivo attraverso qualcosa di importante e necessario come la cultura legata alla nostra storia.
“La mostra conferma e testimonia la vocazione di Genova come città d’arte e di cultura, vocazione sempre più marcata ed evidente”, afferma Marco Bucci, sindaco di Genova.
“Un evento di grande richiamo a cui tutti i genovesi, e non solo, sono chiamati a rispondere per l’indubbio valore culturale, didattico e divulgativo del Seicento genovese”, queste le parole di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria.
Diversi i partnership che hanno voluto partecipare all’evento; il mondo dei privati riconosce il valore della promozione del territorio genovese, la sua cultura, l’amore per la propria città. La promozione culturale diventa necessità finalizzata alla crescita intellettuale della comunità; il patrimonio culturale si fa elemento primario che può migliorare la qualità della vita della comunità di appartenenza.
Una mostra come questa diventa momento di sviluppo per la città e per la crescita culturale della sua popolazione. In questo modo il contributo culturale di Genova acquisisce rilevanza all’interno del patrimonio culturale italiano.
Bernardo Strozzi nasce a Genova nel 1581 e muore a Venezia nel 1644. Frequenta la bottega del senese Pietro Sorri ed entra nell’ordine dei Cappuccini; ne uscirà qualche anno dopo per perseguire la sua passione: la pittura.
Dal 1614 al 1621 diventa ingegnere del porto di Genova, città dove si dedica alla pittura su tela e all’affresco. Influenzato agli esordi della sua carriera artistica dalla dolcezza dell’arte senese dei suoi maestri toscani, raggiunge una sintesi tra la novità del colore portata da Rubens e le novità della luce portate da Caravaggio. Diventa così il più grande pittore della scuola genovese del Seicento; definito da Anna Orlando: “il più collezionato e musealizzato” proprio per la sua genialità. Spiacevoli vicende giudiziarie lo costringono a trasferirsi a Venezia dove continuerà a ricevere importanti commissioni.
Per la prima volta Bernardo Strozzi celebra se stesso; le sue tele che impreziosiscono le pareti da lui stesso affrescate, le volte dei soffitti che osservano dall’alto i capolavori del Maestro che circondano le 5 sale espositive all’interno del Primo Piano Nobile: ci è sembrato di assistere ad una mostra nella mostra. Lo sguardo dello spettatore viene travolto dalla luce, dallo spazio e dal colore del Maestro.
L’unico ciclo di affreschi genovesi dello Strozzi dipinto nel 1623 esposto al pubblico in un contesto museale, si fa testimone della magnificenza di uno dei più importanti maestri del Barocco europeo.
Come ci conferma Daniele Sanguineti, curatore della mostra, l’intento di questo allestimento è celebrativo; a quindici anni dalla scoperta di questo ciclo di affreschi oggi si può ammirare un vero e proprio “dialogo” tra questi e le 45 opere esposte all’interno delle sale del Palazzo.
Capolavori che raccontano sia le sue fasi, da quella giovanile genovese a quella matura veneziana, che i suoi generi: il ritratto, le nature morte, le pale d’altare e la grande quadreria.
La mostra si apre con una pala del periodo giovanile: “Martirio di Santa Lucia” proveniente dalla parrocchia di Campo Ligure, suo paese di origine.
Nelle altre sale si possono ammirare pale d’altare, ritratti e nature morte, opere che testimoniano l’influenza dei pittori fiamminghi presenti a Genova, Rubens e Van Dyck.
“Allegoria della Pittura” ci ricorda Caravaggio, la sua luce vibrante che esalta la forma e ci restituisce un corpo femminile che si staglia imponente nello spazio.
“Santa Cecilia” presenta una figura femminile seduta con una viola; la pennellata si fa tocco veloce quasi a graffiare la tela ridisegnando solo i volumi. “Sacra Famiglia con San Giovannino” proveniente da New York è un’opera di straordinario valore.
La cromia dello Strozzi esplode nel 1642 in tutto il suo splendore; ci restituisce un involucro di forme plasmate da una luce potente e da colori caldi che si stagliano su uno sfondo scuro che ci presenta una Vergine dall’aspetto straordinariamente umano. Il Bambino che tiene in braccio ci cattura con il suo sguardo.
“Allegoria della Fama” è un altro capolavoro che giunge da Londra. Occasione unica, come sottolinea Anna Orlando, di ammirare un’opera di rara bellezza. Sguardo dolce e fiero quello che ci sembra di cogliere in questa personificazione della fama. Un angelo con i suoi strumenti che si offre al nostro sguardo con tutta la sua potente e vibrante presenza che domina lo spazio attraverso il colore e la forma.
In quest’opera ritroviamo tutte le caratteristiche del Maestro genovese che lo hanno reso uno degli artisti del Seicento più collezionati al mondo.
“Cristo davanti a Caifa” ci presenta una cura del dettaglio di chiara matrice fiamminga; nulla viene lasciato al caso. I contrasti di luce e ombra si fanno equilibrio; ogni figura è al suo posto in uno spazio ben definito. La scena è teatrale e lo spettatore che osserva l’opera non trova lo sguardo di nessuno dei protagonisti; tuttavia ne rimane come rapito.
“Compianto su Cristo morto” del 1613 è un’immagine che ci colpisce per il realismo figurativo. E’ la luce che diventa protagonista; una luce che abbaglia e avvolge il corpo del Cristo quasi a conferirgli un’aura mistica. Una scena quotidiana che si fa sacra.
“Parabola dell’invitato a nozze” originariamente conservato nella Chiesa degli Incurabili a Venezia. Ne furono tratti alcuni bozzetti, due dei quali presenti in una delle sale della mostra. Daniele Sanguineti sottolinea come le due opere siano per la prima volta sotto ai nostri occhi insieme per poterle così analizzare e comprenderne il valore intrinseco.
In uno si apprezza tutta l’eleganza della pittura veneta e ci sembra di cogliere le architetture e i colori del Tintoretto. Nell’altro i forti contrasti della luce ricordano ancora l’ondata caravaggesca da cui Bernardo Strozzi subisce una chiara influenza durante la sua carriera.
Entrambi i bozzetti mettono in scena la parabola della punizione impartita dal sovrano verso coloro che si presentano al banchetto privi degli abiti nuziali; chiara allusione a chi non sarà degno di far parte del Regno dei Cieli il giorno del Giudizio.
Il fulcro della mostra è la sala centrale che custodisce l’affresco: “Allegoria della fede che giunge nel Nuovo Mondo”; capolavoro che l’artista creò nel 1623 – 1625 per il marchese Luigi Centurione, proprietario del palazzo dal 1609. Un gioco di specchi, frutto dell’allestimento di Anna Orlando, ci avvicina all’affresco di Bernardo Strozzi, restituendone la tipica meraviglia barocca.
Lo spettatore viene come catapultato nello spazio della volta, che sembra avvicinarsi al nostro sguardo come mai si era visto prima. La suggestione è notevole e ci permette di cogliere e godere a pieno dei colori, dei profili e di tutti quei dettagli che la percezione perderebbe senza quel rimando.
La preziosità delle sfumature cromatiche viene esaltata in tutto il suo splendore e la luce riflessa dal grande specchio ci restituisce tutta la potenza della pittura del Maestro. E’ un’allegoria cromatica dalle tinte tenui e delicate delimitata da una finta cornice.
Presenta lo schema del “quadro” riportato al centro del soffitto di stampo tipicamente manierista; tutto intorno festoni, uccelli esotici e figure allegoriche che si muovono alla conquista dello spazio. E’ lo spazio dunque il vero protagonista della sala; il rapporto tra la figura e il contesto lo si coglie sia dalle tele che dalle pareti affrescate.
La mostra è circondata da importanti eventi collaterali:
“Bernardo Strozzi e il porto. Il Leonardo della Genova del Seicento” a cura di Anna Orlando e Roberto Santamaria con la collaborazione di Flavia Gattiglia.
Paolo Emilio Signorini, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, sottolinea il ruolo di Bernardo Strozzi come ingegnere per il porto di Genova evidenziandone caratteristiche che lo accomunano al grande Leonardo: conoscenza, genialità, capacità di vedere oltre.
Come lui personalità complessa e sfaccettata, visionario e sognatore che progettò lo scalo genovese del futuro. Un aspetto poco conosciuto del Maestro che lo si potrà scoprire ed apprezzare dal 27 novembre 2019 a Palazzo San Giorgio.
“I capolavori di Bernardo Strozzi dei Musei di Strada Nuova”. I Musei di Strada Nuova, a partire dal 31 ottobre 2019, proporranno al pubblico un percorso di dodici opere dedicato al maestro: Tra le opere selezionate: “Madonna con Bambino e San Giovannino” dal naturalismo di evidente matrice caravaggesca, la “Cuoca” e il “Pifferaio” dove prevale l’influenza fiamminga.
“Bernardo Strozzi nella chiesa di San Domenico: bozzetti, frammenti, documenti” a cura di Giulio Sommariva e Andreana Serra.
Il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova presenta un bozzetto dell’artista, unico superstite dell’affresco risalente al 1622 che decorava la volta del presbiterio della chiesa di San Domenico andata distrutta. Un prezioso frammento raffigurante la testa di San Giovanni Battista nelle collezioni del Museo. Stampe, dipinti, acquerelli e disegni potranno essere ammirati i tutto il loro splendore nell’allestimento che verrà inaugurato il 26 novembre 2019.
“Bernardo Strozzi at the Cook Restaurant”. Lo chef Ivano Ricchebono presenterà un menù speciale da gustare sotto gli affreschi dello Strozzi a Palazzo Branca Doria. Info e prenotazioni: +390109752674; cell. +393289147153. Sabrina Malatesta
Orari: Martedì – venerdì: dalle ore 15,00 alle ore 18,00. Sabato – domenica e festivi: dalle ore 10,00 alle 18,00.
Gruppi: tutti i giorni su prenotazione presso la Segreteria di Palazzo Nicolosio Lomellina.
Chiuso il Lunedì e il 25 dicembre 2019.
Biglietti:
Intero: euro 12,00. Ridotto: euro 10,00. Studenti/insegnanti: euro 8,00
Per informazioni visite e prenotazioni: tel. 3292233109 (prefestivi e festivi).
Internet: www.palazzolomellino.org