E’ iniziata la sfida sul petrolio tra Biden e Putin
Dal presidente americano Joe Biden è arrivata una nuova sanzione che riguarda l’annuncio dell’embargo sulle importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia.
L’annuncio era nell’aria da alcuni giorni ora è ufficiale. Biden ha confermato le indiscrezioni dei media, annunciando che gli Usa “vieteranno le importazioni dalla Russia a prescindere da quello che sarà l’atteggiamento degli alleati europei”. Una misura simile è stata annunciate dal Regno Unito.
Biden ha dichiarato: “Oggi annuncio che gli Stati Uniti stanno prendendo di mira un’arteria principale dell’economia russa. Stiamo vietando tutte le importazioni di petrolio e gas russi.”
Today, I’m announcing that the United States is targeting a main artery of Russia’s economy.
We are banning all imports of Russian oil and gas.
— President Biden (@POTUS) March 8, 2022
Dal canto suo il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che va a limitare l’export e l’import di determinati prodotti e materie prime con alcuni Paesi, fino al 31 dicembre.
Secondo quanto riporta l’agenzia Tass, Putin dovrà determinare entro due giorni quali Stati esteri saranno interessati dalle restrizioni al commercio.
Il decreto specifica come le misure economiche speciali serviranno ad assicurare la sicurezza russa.
La Farnesina, in Italia, ha attivato l’Unità di Crisi a sostegno delle imprese che esportano in Russia e Ucraina.
Il ministero degli Esteri ha convocato la prima riunione tecnica di un gruppo di lavoro incaricato di valutare l’impatto complessivo del conflitto russo-ucraino a danno delle aziende italiane che esportano verso quell’area
Ieri Biden ha annunciato un ordine esecutivo che vieta l’import in Usa di petrolio, gas e carbone russi, oltre a nuovi investimenti americani diretti o indiretti nel settore energetico di Mosca.
E per far fronte al calo del petrolio russo sul mercato mondiale, il presidente confida non solo nell’aumento della produzione interna americana ma anche in altri Paesi alleati come l’Arabia Saudita che, peraltro ha rifiutato, di pompare maggiore quantità di petrolio, Iran e Venezuela.
In Russia è fuga dalle attività commerciali: McDonald’s chiude 850 ristoranti in Russia. Via anche Starbucks, Apple, Coca Cola e Pepsi. Stop ai loro servizi in Russia di Netflix.