All’Istituto Gaslini nasce il primo “Ambulatorio post-emergenza Covid-19” pediatrico sulla base dei risultati del questionario creato per monitorare la situazione psicosociale durante il confinamento in casa imposto dal Governo durante l’emergenza da coronavirus.
Lo hanno riferito oggi i responsabili dell’ospedale pediatrico di Genova Quarto.
In un’ottica di sostegno alle famiglie e contestualmente di studio del fenomeno, l’IRCCS Gaslini aveva attivato fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in collaborazione con l’Università di Genova, un’indagine scientifica per monitorare l’impatto della pandemia sullo stato psicologico di bambini e famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con bambini portatori di malattia cronica.
“In questi mesi abbiamo potuto osservare – ha spiegato la vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale – anche attraverso i disegni dei bambini inviati al 118 nell’ambito di un progetto insieme a Unicef, quanto l’emergenza che abbiamo affrontato, soprattutto nella fase del lockdown, abbia inciso profondamente nella vita dei bambini, costretti a rimanere in casa per settimane”.
L’ambulatorio sarà dedicato alla prevenzione, al sostegno e all’intervento da parte di una èquipe specializzata con l’obiettivo di intercettare, già in fase di Triage, condizioni di disagio psicofisico che sono comparse o si sono accentuate (su paziente precedentemente in condizione di fragilità) in concomitanza o a seguito del periodo di emergenza coronavirus.
I destinatari dell’intervento sono i minori da 3-18 anni afferenti al pronto soccorso o intercettati da medici, infermieri ed operatori sanitari dell’Istituto Gaslini o segnalati dal pediatra di famiglia.
L’ambulatorio ha come obiettivo quello di valutare, diagnosticare ed intervenire su tutta una gamma di sintomi ad insorgenza acuta e post-acuta.
“Dall’analisi dei dati dell’indagine, relativi alle famiglie con figli minori di 18 anni a carico (3251 questionari) – hanno sottolineato dal Gaslini – è emerso che che nel 65% di bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni (fino a 18) sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione.
Per quel che riguarda i bambini al di sotto dei sei anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione).
Nei bambini e adolescenti (età 6-18 anni) i disturbi più frequenti riguardano la ‘componente somatica’ (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di riveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa).
In particolare, in questa popolazione si osserva una significativa alterazione del ritmo del sonno con tendenza al ‘ritardo di fase’ (adolescenti che vanno a letto molto più tardi e non riescono a svegliarsi al mattino), come in una sorta di ‘jet lag’ domestico.
In questa popolazione di più grandi è stata inoltre riscontrata un’aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore.
Il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini/ragazzi correla in maniera statisticamente significativa con il grado di malessere circostanziale dei genitori.
All’aumentare di sintomi o comportamenti suggestivi di stress conseguenti alla condizione ‘Covid-19’ nei genitori (disturbi d’ansia, dell’umore, disturbi del sonno, consumo di farmaci ansiolitici e ipnotici), i dati mostrano un aumento dei disturbi comportamentali e della sfera emotiva nei bambini e negli adolescenti, indipendentemente dalla pregressa presenza di disturbi della sfera psichica nei genitori.
D’altra parte i disturbi della sfera emozionale dei genitori conseguenti alla ‘condizione Covid-19’ risultano essere significativamente accentuati nel caso di pregresse problematiche di natura psichica.
Inoltre, il malessere psichico dei genitori legato alla ‘condizione Covid-19’ è significativamente più frequente e intenso nella famiglie al cui interno sono presenti sia persone anziane che bambini.
Questi dati preliminari sottolineano come la situazione di confinamento abbia determinato una condizione di stress notevolmente diffusa con ripercussioni significative a livello non solo della salute fisica, ma anche di quella emozionale-psichica dei genitori e dei bambini”.