Un arresto, numerosi indagati e beni sequestrati di 5 società e 6 attività commerciali, inclusi 5 conti correnti e 2 veicoli, per un valore complessivo di 700mila euro.
Sono i numeri dell’operazione denominata “Tris di donne” messa a segno stamane dagli investigatori della sezione di pg dei carabinieri del Tribunale di Genova.
Il reato contestato è di trasferimento fraudolento di valori, in concorso.
Il blitz degli investigatori dell’Arma, coadiuvati dai militari del Comando Provinciale CC di Genova e della Compagnia CC di Alba Adriatica, è scattato nelle prime ore della mattina, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di una persona, nonchè al sequestro preventivo delle attività commerciali.
La persona arrestata risulta con precedenti per associazione mafiosa.
Si tratta di Roberto Sechi, già condannato in via definitiva, nel 2006 per aver fatto parte di un’associazione mafiosa capeggiata da Salvatore Fiandaca e perché in concorso con altri organizzava abusivamente il gioco del lotto e dei pronostici del “totocalcio” che la legge riserva allo Stato, raccogliendo le giocate e provvedendo al pagamento delle somme spettanti ai vincitori dal giugno 1990 fino al 2000.
L’attuale attività investigativa è invece nata da pregresse indagini svolte dal carabinieri di Lecce che nel giugno dell’anno scorso portavano all’arresto, a Genova, del pregiudicato Rocco Falsaperla, ritenuto responsabile in concorso del delitto di tentata estorsione aggravata commesso in Nardò (Lecce) il 14 e 16 maggio 2016. In particolare, subito dopo la commissione dei delitti citati, Rocco Falsaperla aveva raggiunto Genova e trovato appoggio (vitto, alloggio e lavoro) presso Roberto Sechi, che l’ospitava ed impiegava “in nero” all’interno di alcune attività commerciali (3 creperie e un autolavaggio) ad egli riconducibili, pur non figurando quale titolare.
Quindi a carico di Roberto Sechi, i carabinieri riscontravano la ripetuta violazione ex art. 12 quinquies L. n. 356/1992, oggi riformulato nel 512bis c.p., per avere ancora condotto l’attività commerciale (2 negozi di “Creperia”) che gli era stata confiscata in via definitiva nell’anno 2012, tramite una sua ex dipendente che aveva stipulato contratto di affitto d’azienda con l’Amministratore dei beni confiscati, ulteriori 4 imprese (fra cui un’agenzia di scommesse ad insegna GOLDBET, un autolavaggio e due negozi di creperia/hamburgheria, tavola calda) avviate successivamente, nonché un’autovettura GOLF GTD ed una potente moto BMW 1200R, tutti formalmente intestati ai 13 terzi soggetti “prestanome” compiacenti e co-indagati, tra cui la moglie e un’altra donna, già dipendente dell’arrestato.