“Il servizio di screening messo a disposizione da alcune aziende soltanto per i lavoratori portuali (circa 3.000 a Genova, che con l’indotto diventano 12.000) va organizzato in prossimità del luogo di lavoro, senza penalizzazioni logistiche e temporali, senza discriminazioni tra portuali e lavoratori dell’indotto. Dovranno essere garantiti anche tutti i dispositivi di protezione individuale e la sanificazione delle aree”.
Lo hanno dichiarato i responsabili dell’Usb Mare e porti in merito allo sciopero di 48 ore dei lavoratori del porto di Genova, proclamato assieme al Calp e iniziato a mezzanotte.
“Usb e Calp denunciano la gravità di una misura discriminatoria come il decreto legge 127 del 2021 che prevede il green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro – hanno aggiunto – dicono no alla volontà del Governo Draghi e delle aziende di scaricare sulla classe lavoratrice l’onere di una misura che non tutela la salute pubblica e ribadiscono con forza la richiesta di tamponi antigenici rapidi per tutti i lavoratori, vaccinati e no, il cui costo deve essere interamente a carico delle aziende, come previsto dalla legge 81 del 2008”.
Intanto prosegue da stamattina il blocco totale al varco San Benigno e quello in sola entrata al varco Albertazzi. In tal senso, alle 12.30è previsto un incontro in Prefettura.