Tragedia di Borzoli. L’agente di Polizia è innocente.
Oggi il Tribunale di Genova ha assolto perché “il fatto non costituisce reato” Luca Pedemonte, accusato di eccesso colposo di legittima difesa per avere sparato e ucciso il 22enne ecuadoriano Jeferson Tomalà.
Aveva sparato per salvare la vita al collega aggredito a coltellate e proteggere se stesso. Infatti, anche lui rimase ferito.
Il giudice, in sostanza, ha riconosciuto la legittima difesa.
Tragedia Borzoli, salva la vita a collega e spara. Il pm: assolvete poliziotto
Anche il pm aveva chiesto l’assoluzione di Pedemonte, ma un altro gip aveva chiesto l’imputazione coatta.
Ministro Salvini: 5 coltellate, 2 a un centimetro dal cuore. Difesa sempre legittima
Due dei 5 fendenti al corpo, sferrati con una furia incontrollata da un 22enne ecuadoriano, erano arrivati a un solo centimetro dal cuore del sovrintendente Paolo Petrella. Se il giovane ecuadoriano non fosse stato subito fermato, verosimilmente sarebbe stato ucciso.
Il tragico episodio era avvenuto nel giugno 2018 in via Borzoli, sopra Sestri Ponente, nel corso di un intervento per Tso (Trattamento sanitario obbligatorio).
Fuori dal Palazzo di giustizia amici e parenti del giovane ecuadoriano stamane hanno chiesto ancora “giustizia e verità”. In sintesi, hanno contestato perché l’agente non avrebbe mirato solo alle gambe o in altre parti non vitali del 22enne: “C’è un assassino in libertà. E’ assurdo. E’ da criminali”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Jeferson Tomalà si era barricato in una stanza della casa armato di coltello e proprio i famigliari avevano chiesto aiuto alla Polizia perché urlava e minacciava di ucciderli e di suicidarsi.
Era infuriato per una lite avvenuta il giorno prima con la compagna, madre della loro bimba di due mesi.
Sul posto erano quindi arrivati gli agenti delle Volanti, che avevano fatto di tutto per evitare la tragedia.
Prima avevano cominciato a trattare con l’esagitato, ritenuto pericoloso, cercando di calmarlo. Fallito il tentativo, erano entrati nella stanza spruzzando lo spray al peperoncino per bloccarlo e sottoporlo a Tso.
L’ecuadoriano, però, aveva aggredito come una furia e colpito i due agenti a coltellate, ferendo quasi mortalmente il collega di Pedemonte.
Pertanto, l’agente non aveva potuto fare altro che sparare per difendersi e salvare la vita al collega sovrintendente.
Successivamente al tragico episodio, l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, in visita a Genova, si era recato in ospedale insieme all’ex viceministro genovese Edoardo Rixi per esprimere “la vicinanza di 60 milioni di italiani” al sovrintendente di Polizia in gravi condizioni e ai suoi famigliari.
Salvini a Genova: dal poliziotto ferito al bagno di folla | Fotoreportage
“E’ una tragedia umana – ha commentato nel pomeriggio all’agenzia Ansa il procuratore della Repubblica di Genova Francesco Cozzi – non siamo contenti per l’assoluzione in sé. Comunque una persona è morta, ma anche l’agente ha vissuto il suo dramma. Ha agito come poteva e doveva, senza nessun eccesso”.