“Riteniamo che non ci siano le condizioni per autorizzare una nuova grande superficie di vendita in quell’area e siamo pronti a far valere i nostri diritti per preservare il tessuto commerciale esistente, del quale fa parte da decenni il nostro superstore del Terminal Traghetti”.
Lo ha riferito oggi il presidente di Coop Liguria Roberto Pittalis, annunciando un ricorso al Tar contro la recente delibera del consiglio comunale di Genova che renderà possibile l’apertura di un supermercato Esselunga a San Benigno a Genova (il primo è stato aperto in via Piave ad Albaro).
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Secondo i vertici della Coop, la delibera sarebbe illegittima perché l’area interessata sarebbe soggetta a regolamentazione del Piano regolatore portuale e il Comune non avrebbe facoltà di assumere provvedimenti riguardanti un’area su cui ha competenza prioritaria l’Autorità di Sistema Portuale.
A questo si aggiunge “l’accordo per il trasferimento, nel 1999, della cooperativa Antonio Negro dalla sua sede storica all’interno del Terminal Traghetti, nel quale l’Autorità Portuale si è impegnata a non prevedere all’interno dell’area esercizi commerciali alimentari”.
Inoltre, sempre secondo i vertici della Coop, l’insediamento ipotizzato toglierebbe aree allo sviluppo dell’attività portuale e comporterebbe “un gravissimo impatto sulla viabilità di accesso ai varchi portuali”.
“La delibera – hanno aggiunto dalla Coop – è palesemente in contrasto con i principi fondamentali del Piano urbanistico comunale, e le modifiche apportate al Puc dal Consiglio comunale in favore di Esselunga non possono considerarsi un semplice aggiornamento.
Chiediamo rispetto e parità di trattamento perché siamo un’ impresa nata e cresciuta su questo territorio, che rappresenta oltre 400.000 Soci, dà lavoro a 2.700 persone e ogni anno contribuisce allo sviluppo dell’economia regionale, acquistando da imprese liguri oltre 60 milioni di euro di prodotti, in aggiunta al valore dell’indotto.
Stupisce e dispiace che le istituzioni locali abbiano approvato in tempi rapidi un progetto presentato da un’azienda non ligure, anziché dare priorità al sostegno delle imprese del territorio. E dispiace ancora di più se a farne le spese è il piccolo commercio, con il quale a Sampierdarena conviviamo da decenni”.