Buoni alimentari per 500mila euro, la giunta ha affidato agli enti del terzo settore i buoni non erogati durante la pandemia
Buoni alimentari per 500mila euro, da Fondazione Carige 160mila euro di contributo
L’amministrazione comunale di Genova ha deciso di consolidare il coinvolgimento degli enti del terzo settore nei processi di lotta e contrasto alle nuove e vecchie povertà che sono emerse in emergenza sanitaria.
Per questo, si legge nella delibera, la giunta ha deciso di conferire alle associazioni del terzo settore firmatarie degli accordi esecutivi dello scorso anno, i buoni spesa non erogati ai beneficiari.
Lo scopo è quello di acquistare generi alimentari e di prima necessità che verranno distribuiti a quei cittadini in difficoltà economica segnalati dagli ambiti territoriali sociali o che si rivolgano direttamente alle associazioni del terzo settore.
«L’emergenza pandemica – dice il consigliere delegato alle Politiche sociali Mario Baroni – ha evidenziato la presenza di nuove sacche di povertà.
Sebbene la situazione epidemiologica sia molto diversa da quella che aveva portato Governo ed enti locali a mettere in piedi il sistema di distribuzione di buoni alimentari per le famiglie in difficoltà, con molte più attività aperte, non si può ignorare che la coda lunga della pandemia stia ancora colpendo duro alcune frange della popolazione.
In questo nuovo quadro socio-economico diventata importantissima la collaborazione tra associazioni del terzo settore che operano sul territorio ed enti, senza dimenticare il prezioso apporto di privati come Fondazione Carige che hanno deciso di contribuire economicamente per garantire la copertura economica. A loro voglio esprimere tutta la gratitudine mia e di tutta l’amministrazione».
Il valore dei buoni alimentari è di 448.700 euro, dei quali 160.000 sono stati donati dalla Fondazione Carige.
La distribuzione dei buoni seguirà le linee guida dell’Protocollo di intesa firmato 2020 tra comune di Genova e associazioni del terzo settore, ovvero con una distribuzione che rispetti il criterio di proporzionalità dei casi seguiti dalle associazioni stesse, proporzionata alla tipologia dei nuclei familiari e ai loro relativi bisogni. Nella distribuzione verrà data priorità ai nuclei familiari che non usufruiscano di altri sostegni.
Le associazioni del terzo settore, inoltre, sono state invitate a utilizzare i buoni per l’acquisto presso la rete cittadina dei commercianti e a compiere, nei confronti dei beneficiari, un’azione educativa costante rivolta alla lotta allo spreco alimentare.