Bye bye Elly. Non solo il consigliere regionale Pippo Rossetti e l’attuale consigliera comunale ed ex capogruppo a Tursi Cristina Lodi. Oggi si è consumato in Liguria un vero e proprio esodo dal Pd ad Azione che è stato annunciato in un documento sottoscritto da altri 29 iscritti o eletti dem, oltre agli stessi Rossetti e Lodi.
Una decisione maturata dopo la vittoria per la segreteria nazionale di Elly Schlein a cui è seguita, secondo gli amministratori liguri ormai ex Pd, una “trasformazione” che “non ci fa più sentire a casa né ci consente di percorrere una strada che non è la nostra. Anzi, ci sembra di poterne rappresentare solo un intralcio e di essere sempre voce dissonante in un partito in cerca di identità”.
Per i firmatari il Partito democratico ha “consumato lo scopo per cui era nato: fare sintesi e costruire una nuova grande forza politica che riunisse gli storici riformismi italiani.
L’ultimo Congresso nazionale è stato l’epilogo di un percorso nato con la scissione dei compagni di Articolo Uno a cui ha fatto seguito l’uscita del gruppo renziano.
La legittima e chiara vittoria alla segreteria di Elly Schlein ha palesato la volontà di ricostruire un partito che riunisca, dopo tante divisioni, le realtà che da sinistra non erano mai entrate o via via erano uscite.
La messa in discussione del Manifesto del 2007 segna in modo netto e legittima il cambiamento, il superamento dell’obiettivo storico del Pd e fa nascere una nuova stagione, un nuovo Partito con una netta svolta a sinistra, in cui viene sostanzialmente negato il processo articolato e faticoso, anche contraddittorio, del riformismo messo in campo negli ultimi dieci anni”.
“Da tempo – proseguono gli ex Pd nel documento di addio a Schlein – lamentiamo che il Pd in cui credevano gli iscritti, quello plurale, a Genova e in Liguria, ha scelto alleanze e ha espresso posizioni tese a ricondurre il partito a mondi sociali e politici estranei al Pd.
Questa impostazione è causa di allontanamento di iscritte e iscritti, elettrici ed elettori ed ha aumentato la conflittualità interna e ha fatto perdere connessioni con mondi sociali, economici e culturali che non si riconoscono in questo Pd.
Pertanto, scegliamo di uscire dal Partito per rispetto della comunità che rappresenta, ma anche in rispetto ai principi e ai valori che sono alla base del nostro impegno politico. E’ il momento di agire con coraggio e aderire al progetto riformista di Azione con Carlo Calenda.
Partito che non media per forza con il populismo dilagante, che sa e vuole mettere al centro la politica del cambiamento, persegue lo sviluppo e il benessere delle persone, insieme alla crescita economica e alla valorizzazione dell’ambiente.
Con la stessa passione di sempre vogliamo contribuire a sviluppare una proposta politica rivolta a chi non si sente più rappresentato dal Pd, ma che è contro l’estrema destra di governo.
Vogliamo continuare con serietà, competenza e coerenza, a fare proposte e offrire soluzioni alternative al Governo locale e nazionale tese ad allargare una coalizione che non ci condanni ogni volta a scegliere sempre il male minore.
Confermiamo il ruolo di opposizione all’attuale Governo genovese e ligure, sempre più convinti che il binomio Bucci-Toti non sia foriero di benessere e sviluppo della nostra terra.
Azione ci ha convinto perché è il riferimento dei mondi economici, culturali e sociali che, a destra e a sinistra, non trovano per ora interlocuzione e rappresentanza”.