“Sia chiaro. Epaminonda è stato coperto dai musulmani per loro esigenze cerimoniali, il quadro l’ho tolto io su loro richiesta. Mi è stato detto con gentilezza, ma anche fermezza, di rimuoverlo. L’Amministrazione comunale di Cairo Montenotte non ha colpe”.
E’ quanto, in sostanza, ha precisato ieri l’artista 70enne valbormidese Mario Capelli Steccolini, a seguito delle polemiche sulla censura delle sue opere da parte dei responsabili della Confederazione islamica italiana e della Federazione islamica ligure, che sabato scorso hanno organizzato un convegno negli spazi pubblici del Palacittà a Cairo Montenotte “per favorire il dialogo tra culture e religioni differenti”.
“Ora basta coprire la realtà – ha commentato oggi il vice capogruppo regionale della Lega, Paolo Ardenti – come fa la sinistra che per motivi economici o politici strizza l’occhio agli islamici a discapito della nostra identità e cultura. Non dobbiamo avere paura di continuare a essere ciò che siamo. Steccolini ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente i fatti e alla sua età non ha certo bisogno di farsi della pubblicità.
Altro che integrazione e dialogo. La rimozione di un quadro raffigurante una donna con la schiena scoperta e la copertura con un drappo della statua dell’incorruttibile condottiero tebano che secondo gli storici sognava una Grecia unita composta da federazioni regionali democratiche, è molto di più di un semplice malinteso e non possono essere ridotte a una questione puramente ‘estetica’ del cerimoniale come hanno raccontato e sostengono gli islamici.
Non bisogna avere paura di dire la verità e di spiegare ai cittadini come stanno le cose. C’è chi, sostenuto dai vari buonisti di sinistra, vuole trasformarci in Ligurabia. Noi invece lottiamo contro ogni imposizione e totalitarismo, per difendere la democrazia, la libertà e i diritti delle donne, le nostre tradizioni, la nostra arte, la nostra cultura.
Lo ripetiamo da tempo. Oriana Fallaci aveva ragione. Il cosiddetto ‘islam moderato’ continua a essere in realtà uno degli strumenti di chi vuole imporre una cultura di vita sociale e delle regole che non sono democratiche.
L’episodio accaduto a Cairo Montenotte è solo l’ultimo, ennesimo esempio, che non è da sottovalutare. Teniamo alta la guardia. Anziché pensare di vietare gli spazi pubblici a legittimi movimenti politici o legittime associazioni culturali di destra, come qualcuno voleva fare recentemente anche a Genova, preoccupiamoci di non concederli più a chi vuole imporre le sue regole e il suo modo di vita ai liguri”.