Sarà anche un caso, ma la salita dell’ Intercomunale Beverino per la prima volta in Promozione, c’è stata nell’imminenza della nomina di Nicola Carraresi alla sua presidenza lo scorso 1.o Luglio.
Non solo, ma contemporaneamente al decollo del comando di questo livornese classe 1972, i biancoblu hanno intrapreso e sviluppato un campionato che (tra la sorpresa generale) li ha visti di recente in testa nel Girone B: dove tuttora sono quasi in zona playoff, c’erano, poi sono è arrivata la terza sconfitta consecutiva.
Ridimensionati ?
“Come da principio l’obiettivo prioritario rimane la permanenza in Promozione. Poi prenderemo ciò che arriva e tutto può accadere in una situazione in cui, dalla prima alla dodicesima, tutte possono secondo me aspirare ai playoff. D’altronde non è da sottovalutare che non siamo adesso distantissimi dalla zona-playout. La classifica è corta. Ciò che è certo è che nel lungo periodo puntiamo a diventare una realtà locale, con tanto di benefici per il territorio a cominciare da Beverino, iniziando dai suoi giovani. Sarebbe una gran soddisfazione per me che sono da trent’anni in Valdivara”.
Principali fattori alla base dell’ “exploit” ?
“Non così eclatante, ma che qualcosa di rio fosse in arrivo, lo sentivo; anche perché dietro c’è tutto un lavoro di prim’ordine…da uno staff tecnico che va dai tecnici Romano e Parodi al preparatore dei portieri Bordigoni, a un gruppo di ragazzi già da tempo affiatatissimi in squadra, pure perché assecondati nell’armonia da una dirigenza che al riguardo indubbiamente ci sa fare. Ciò detto ora dobbiamo fare i conti con sfortuna e infortuni come si vede”.
Proprio nessun merito specifico del presidente ?
“Fate voi. A me piace parlare poco e lavorare molto. Sono già contento di avere conosciuto in questa esperienza tante belle persone e diverse situazioni la cui gestione, senza dubbio, ti arricchisce. E poi il calcio e’ sempre il calcio, me lo porto dentro eccome da quando facevo il libero nel Tuttocalzature, dove c’erano pure gli spezzini Ceccotti e Marrai. Un segno del destino. Le stesse esperienze dirigenziali nel Cadimare e nell’allora Valdivara mi hanno lasciato non poco”.