Cambio di rotta per gli Stati Uniti sulla carna sintetica, la Florida impedisce la produzione e la vendita nel suo territorio
Cambio di rotta per gli Stati Uniti sulla carna sintetica. Un divieto che inverte la direzione americana e volge la prua all’Italia, giungendo alle orecchie d’Europa come un monito: il paese dove di fatto è stato concepito il cibo sintetico ha maturato la consapevolezza che i rischi di una tecnologia ancora oscura siano ben maggiori dei potenziali cosiddetti “benefici”.
“Le incognite sulla carne artificiale sono troppe, per questo sin da subito Coldiretti si è fatta portatrice di un’inversione di tendenza,” commentano la notizia Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale. “In Italia 7 italiani su 10 si dichiarano contrari al consumo di prodotti a base cellulare,” proseguono, “anche perché stiamo parlando di un approccio sperimentale che non tiene conto di troppi fattori, sia ambientali che umani, ossia legati alla salute.”
Il cibo sintetico, infatti, porta con sé numerosi pericoli che al momento non trovano risposte concrete nella comunità scientifica: sono stati individuati 53 potenziali rischi per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio, uno studio riportato nel Rapporto Fao e Oms a proposito di cibo a base cellulare.
Il caso della Florida, inoltre, potrebbe non essere isolato, per gli States. “E probabilmente non lo sarà,” spiegano Boeri e Rivarossa: “Secondo quanto riportato dal Financial Times, i repubblicani dall’inizio dell’anno hanno introdotto in almeno sette stati americani una legislazione per vietare la vendita o la distribuzione di carne coltivata in laboratorio”.
L’Italia si conferma dunque apripista a livello mondiale con l’approvazione nel luglio 2023 della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, sostenuta dalle oltre due milioni di firme raccolte dalla Coldiretti. Una mobilitazione che ha mosso istituzioni, opinione pubblica e interi settori, e che, a quanto pare, ha attraversato l’oceano ed è ora condivisa dallo stato che più si è fatto portavoce dell’esatto pensiero opposto.
Quando si dice, inversione di marcia.