“Pensare una città come Genova in termini di progetto complessivo e inserito in un territorio più ampio implica un intervento di programmazione e una veduta d’insieme sui trasporti, sia quelli interni alla città sia di collegamento con l’esterno, e sui cantieri.
La manutenzione è indispensabile per garantire la sicurezza, ma senza una programmazione che tenga conto delle esigenze reali di spostamento delle persone e delle merci, i disagi che ne conseguono moltiplicano problemi invece di risolverli.
Oggi siamo prigionieri a casa nostra. E questo è uno dei maggiori problemi di Genova. Nessuno è più in grado di calcolare il tempo necessario per spostarsi, dentro la città e al di fuori di essa.
Lo sfogo via social di Flavio Briatore è solo l’ultimo episodio e magari il più glamour. Ma la sua è una denuncia condivisa da tutti i cittadini e le cittadine che si spostano dentro e fuori Genova.
Chi è in città non può uscirne e, altrettanto grave, chi è fuori non può entrarvi. A bloccarsi, oltre alle persone, sono il lavoro, i prodotti, l’innovazione, i servizi. In sintesi: lo sviluppo economico della città”.